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Rossella Urru e il giallo della liberazione: ceduta da al Qaeda ai mediatori

La cooperante sarda rapita in Algeria, Rossella Urru, sarebbe stata ceduta da al Qaeda ai mediatori. La fuga di notizie sulla liberazione della 29enne aveva creato un vero e proprio giallo, ma questa mattina sarebbe iniziata la prima fase della trattativa. Un processo che potrebbe rivelarsi molto lungo.
A cura di Carmine Della Pia
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Rossella Urru

La cooperante sarda Rossella Urru sarebbe stata ceduta ai mediatori. La 29enne rapita in Algeria lo scorso 22 ottobre avrebbe fatto un passo avanti verso la libertà, quindi, ma è ancora tutto da verificare. Negli ultimi giorni è sorto un vero e proprio giallo intorno alla liberazione della Urru: dapprima si sperava che la cooperante fosse stata liberata, poi erano giunte notizie su una trattativa, uno scambio con alcuni detenuti di al Qaeda, infine si parlava della richiesta di riscatto pari a 30 milioni. Stando alle ultime notizie, la prima fase della liberazione di Rossella Urru sarebbe iniziata questa mattina, i predoni di al Qaeda avrebbero ceduto la 29enne ai mediatori, in cambio della scarcerazione di un terrorista tuareg. Sui tempi di perfezionamento, però, vi sarebbero grosse incertezze. Un alto ufficiale dell'Aise, Agenzia informazioni e sicurezza esterna, ha spiegato che tale lentezza sarebbe riconducibile alla vasta area in cui dovrebbe avvenire lo scambio.

Rossella Urru è nelle mani di una tribù indicata da al Qaeda. Questa l'ultima notizia sul giallo riguardante la cooperante italiana. Il capo della tribù avrebbe assunto il ruolo di mediatore con il governo di Algeri per la restituzione della 29enne. Il negoziatore dovrebbe avere anche l'incarico di prendere in consegna il terrorista tuareg per il quale è stata chiesta la scarcerazione, Abdel Rahman Ould Madou: l'uomo è detenuto nella capitale in quanto ritenuto autore di diversi attentati e rapimenti. I tempi previsti per il rilascio potrebbero essere lunghi, il trasferimento dal quartier generale di al Qaeda allo stato scelto per la trattativa, che potrebbe essere l'Algeria o la Mauritiana, dovrebbe avvenire con l'ausilio di mezzi molto lenti. A tali difficoltà si aggiunge l'impossibilità di contattare il gruppo di persone coinvolte nella trattativa, perchè nessuno dei componenti della tribù avrebbe avuto l'autorizzazione per portare con sè un telefono satellitare, vista la facilità con cui i satelliti spia americani riescono a rintracciare gli apparecchi e a risalire al luogo in cui vengono utilizzati.

Il rilascio di Rossella Urru in cambio della scarcerazione del terrorista tuareg aveva coinvolto anche un poliziotto mauritiano già rapito tempo fa, ma del suo caso sarebbe stato incaricato un diverso mediatore. Tra le notizie diffuse, e poi smentite, degli ultimi giorni sul caso Urru, la richiesta di un riscatto pari a 30 milioni per la liberazione della cooperante italiana, ma anche per il rilascio di Ainhoa Fernandez de Rincon e Enric Gonyalons, ovvero i due spagnoli rapiti insieme alla 29enne il 22 ottobre scorso nel campo profughi Saharawi di Rabuni, nel sud ovest dell’Algeria. "Non sono pervenute richieste in denaro", avevano affermato uomini della nostra diplomazia distaccati presso la capitale algerina, smentendo, così, la notizia comunicata qualche giorno fa da France Press.

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