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Vaccino coronavirus, direttore Spallanzani: “Ne avremo diversi, in Italia a regime tra 6 mesi”

“Non c’è un solo vaccino – ha dichiarato Giuseppe Ippolito – e non c’è solo la competizione con la guerra geopolitica tra Usa e Russia o la Cina su chi arriva prima. C’è un grande impegno che fa sì che ci siano circa 250 candidati vaccinali, 30 vaccini in 25 paesi che si stanno contendendo la possibilità di arrivare nel minor tempo al traguardo”.
A cura di Natascia Grbic
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Per quanto riguarda il funzionamento del vaccino per il coronavirus, "ci vorranno due mesi per avere le prime informazioni e sei mesi per arrivare a regime". Lo ha detto Giuseppe Ippolito, direttore scientifico di Malattie infettive all'ospedale Lazzaro Spallanzani e responsabile della sperimentazione del vaccino per la Sars-Cov-2, ospite di Agorà. "Non c'è un solo vaccino – ha dichiarato – e non c'è solo la competizione con la guerra geopolitica tra Usa e Russia o la Cina su chi arriva prima. C'è un grande impegno che fa sì che ci siano circa 250 candidati vaccinali, 30 vaccini in 25 paesi che si stanno contendendo la possibilità di arrivare nel minor tempo al traguardo". E ha poi aggiunto: "In ogni caso avremo più vaccini. Non è che il primo gallo che canta avrà fatto l'uovo, no, bisogna studiare".

Potrebbe essere pronto in primavera

I test sono cominciati lunedì, la prima dose è stata inoculata: nella prima fase della sperimentazione sono novanta i volontari che si sono fatti iniettare il vaccino per sviluppare gli anticorpi contro il virus che ha generato la pandemia globale. Se tutto va bene, sarà pronto in primavera. Nel frattempo, bisogna continuare a evitare assembramenti, indossare i dispositivi di protezione individuale e non adottare comportamenti che possono favorire la diffusione del contagio.

L'inizio della sperimentazione del vaccino

"Avere un vaccino italiano per Sars-CoV-2 è importantissimo, non dipenderemo da altri Paesi", aveva dichiarato Ippolito intervistato da Il Messaggero. Avere il brevetto escluderebbe il condizionamento da parte degli altri Stati, ma "potrà anche essere utile avere più di un tipo di vaccino disponibile". Il vaccino italiano è stato inventato e sviluppato dall'azienda di biotecnologia ReiThera di Castel Romano. Nel mondo ci sono già diversi vaccini, alcuni in fase molto avanzata. "È necessario aspettare la sperimentazione. A oggi ci sono più tecnologie, dobbiamo vedere quale è la migliore", spiega Ippolito, aggiungendo che "non ci devono essere salti in avanti, tutto deve essere fatto al meglio, senza correre troppo". La prima volontaria a essersi sottoposta alla sperimentazione è una donna romana di cinquant'anni. Lunedì è stata in osservazione per quattro ore e poi è stata rimandata a casa. Verrà monitorata nelle prossime settimane.

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