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Spallanzani, iniziata la sperimentazione del vaccino: “Se test ok pronto in primavera”

Inoculata oggi la prima dose del vaccino in sperimentazione all’ospedale Lazzaro Spallanzani di Roma. La ricerca, finanziata da Regione Lazio e Ministero della Ricerca coinvolgerà 90 volontari in questa prima fase. “L’Italia entra da protagonista nella guerra dei vaccini, non per arrivare prima, ma per arrivare meglio e mettere il Paese in un sistema di parità perché avere un vaccino italiano significa non essere schiavi e servi di altri Paesi”, ha spiegato il direttore scientifico dell’istituto Giuseppe Ippolito.
A cura di Redazione Roma
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È iniziata oggi la sperimentazione all'istituto Lazzaro Spallanzani di Roma la sperimentazione del vaccino per il coronavirus. La prima dose del farmaco, il primo made in Italy che ha raggiunto la fase 1 della sperimentazione, quella sull'uomo, è messo a punto dalla  ReiThera Srl di Castel Romano, è stata inoculata questa mattina. Nelle scorse settimane sono stati selezionati i volontari (in tutto 90 su 7000 candidati) il primo dei quali è stato convocato per questa mattina. La procedura prevede che il volontario rimanga in osservazione per quattro ore per per poi tornare a casa. La sperimentazione è stata finanziata con 8 milioni, 5 messi a disposizione dalla Regione Lazio e 3 dal Ministero dell'Università e della Ricerca.

Si inaugura così la classica fase uno – ha spiegato Francesco Vaia, direttore sanitario dello Spallanzani al programma televisivo ‘Uno Mattino' – che dovrà verificare se la dose di vaccino non darà effetti collaterali al paziente e, soprattutto, se questa dose è immunogenica, se capace cioè di produrre all’interno dell’organismo la creazione di anticorpi. Anticorpi che devono essere neutralizzati, cioè capaci di bloccare la replicazione virale. Dopodiché i cittadini sottoposti alla sperimentazione, fino all’autunno, verranno osservati per 12 settimane. La seconda e la terza fase prevedono la sperimentazione nei paesi dove la virulenza è molto più alta rispetto all’Italia, come il Brasile o il Messico". 

Ippolito (Spallanzani): "Italia entra nella guerra del vaccino"

Alla conferenza stampa di questa mattina era presente anche il direttore scientifico dello Spallanzani Giuseppe Ippolito, che ha parlato di come l'Italia "entra da protagonista nella guerra dei vaccini, non per arrivare prima, ma per arrivare meglio e mettere il Paese in un sistema di parità perché avere un vaccino italiano significa non essere schiavi e servi di altri Paesi che diranno ‘io prima'". "Ci vorranno almeno 24 settimane per completare questa fase I della sperimentazione sull'uomo. Poi passeremo alla fase II, per la quale ci stiamo già preparando. Giocare sui tempi e ridurre la sperimentazione non è utile", ha precisato Ippolito ribadendo la necessità di un trial accurato e scientificamente valido prima di immettere il vaccino sul mercato.  "Il nostro è un protocollo complesso e scrupoloso che garantirà la massima sicurezza", ha concluso.

Zingaretti: "Vaccino italiano sarà pubblico e per tutti"

Ma se tutto andrà tutto per il meglio quando sarà pronto il vaccino? Potrebbe arrivare già per la primavera 2021 ha spiegato Vaia "se riusciamo ad essere veloci, oltre che bravi, entro fine anno concluderemo ‘il percorso’ della sperimentazione". Il governatore della Regione Lazio Nicola Zingaretti, presente questa mattina allo Spallanzani, ha spiegato  ome come "il vaccino italiano sarà pubblico e a disposizione di tutti coloro che ne avranno bisogno"."La Regione – ha aggiunto Zingaretti – seguirà passo dopo passo il processo di sperimentazione per arrivare il primo possibile alla distribuzione del vaccino. Crediamo molto nel vaccino bene comune, per questo abbiamo finanziato questo progetto pubblico. È una giornata molto importante in cui si raggiunge un bellissimo traguardo".

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