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Vaccino coronavirus, direttore Spallanzani: “Non dipenderemo dagli altri Paesi”

Intervistato da Il Messaggero, il direttore scientifico dell’ospedale Lazzaro Spallanzani Giuseppe Ippolito ha spiegato come funziona la sperimentazione del vaccino italiano per la Sars-Cov-2. Quest’ultimo potrebbe essere pronto in primavera: nel frattempo bisognerà a fare attenzione e convivere con il virus.
A cura di Natascia Grbic
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È cominciata ieri la sperimentazione del vaccino italiano per la Sars-Cov-2, inoculato su 90 volontari. Se tutto andrà bene e se la sperimentazione giungerà a buon fine, il vaccino definitivo potrebbe essere pronto in primavera. Bisognerà aspettare alcuni mesi, questo è vero. Ma, secondo quanto ha dichiarato il direttore scientifico dell'Istituto Spallanzani Giuseppe Ippolito in un'intervista a Il Messaggero, il sistema sanitario italiano è al momento molto più preparato a gestire il coronavirus di quanto non lo fosse nelle prime fasi della pandemia. Non solo l'Italia: anche gli altri Paesi stanno sperimentando i loro vaccini, tanto che nei prossimi mesi potrebbero essercene diversi in circolazione. "Avere un vaccino italiano per Sars-CoV-2 è importantissimo, non dipenderemo da altri Paesi", ha dichiarato Ippolito a Il Messaggero. Avere il brevetto escluderebbe il condizionamento da parte degli altri Stati, ma "potrà anche essere utile avere più di un tipo di vaccino disponibile".

Il vaccino italiano è stato inventato e sviluppato dall'azienda di biotecnologia ReiThera di Castel Romano. "I 90 volontari sono persone rispondenti a tutti i requisiti, si lavora in massima sicurezza – spiega Ippolito – sono tutti in condizioni ottimali. La fase 1 servirà a capire la risposta: se sviluppano gli anticorpi, se sviluppano due tipi di immunità, cellulare e umorale. Questa è la fase 1 e la valutazione viene fatta per otto volte nel corso delle 24 settimane necessarie. Successivamente la fase 2 riguarderà più pazienti, per arrivare infine alla 3. Nel frattempo bisogna sviluppare un modello per la produzione, cosa che già sta facendo ReiThera". Nel mondo ci sono già diversi vaccini, alcuni in fase molto avanzata. "È necessario aspettare la sperimentazione. A oggi ci sono più tecnologie, dobbiamo vedere quale è la migliore", dichiara Ippolito, aggiungendo che "non ci devono essere salti in avanti, tutto deve essere fatto al meglio, senza correre troppo".

Ippolito spiega che i diversi vaccini che si stanno sperimentando nel mondo potrebbero assolvere a diverse funzioni. "Alcuni potrebbero proteggerci dalla malattia grave, altri dall’infezione vera e propria". Nell'attesa che il vaccino sarà sperimentato e la sua efficacia dimostrata, bisogna comunque fare attenzione. Il virus non se n'è andato: pensarlo, specifica Ippolito, sarebbe un grave errore. E non è ancora tempo di abbassare la guardia.

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