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Sequestrati 76 chili di khat a Fiumicino: la pianta che masticata dà gli effetti dell’amfetamina

Nei guai sono finiti due uomini di 41 e 45 anni, italiani, atterrati con un volo proveniente da Johannesburg con scalo a Doha. Il khat è una droga che si ottiene masticando le foglie di qat, molto diffusa nello Yemen, e in altri paesi della penisola arabica e del Corno d’Africa. Dà effetti simili all’amfetamina.
A cura di Redazione Roma
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I carabinieri della Compagnia Aeroporti di Roma, in collaborazione con la compagnia di Civitanova marche, hanno messo a segno il sequestro di 76 chili di foglie di "qat", da cui deriva la sostanza stupefacente nota come "khat". A finire nei guai un 41enne di Ancona e un 45enne di Teramo che, entrambi già noti alle forze dell'ordine, sono atterrati all'aeroporto Leonardo Da Vinci di Roma con delle valigie piene della pianta inserita nella Tabella I delle sostanze stupefacenti, e per questo vietata in Italia. Ora i due uomini dovranno rispondere dell'accusa di traffico internazionale di stupefacenti.

I due uomini fermati perché avevano un atteggiamento sospetto

Il 41enne e il 45enne sono stati fermati una volta scesi da un volo della Qatar Airways proveniente da Johannesburg dopo una scalo a Doha. Nervosi al controllo doganale, hanno subito attirato i sospetti del personale che ci ha voluto vedere chiaro, scoprendo così le foglie di qat. I due uomini sono stati tratti in arresto e tradotti nel carcere romano di Regina Coeli dove rimangono a disposizione dell'autorità giudiziaria.

Il khat è il succo che secerne la pianta di qat, induce ha uno stato di euforia e aiuta a superare la fatica, oltre a dare presto dipendenza. È molto diffuso in Yemen e nel Corno d'Africa, oltre che in altri paesi dell'Africa e del Medio Oriente. Da alcuni anni si sta assistendo a una sua maggiore presenza sul mercato europeo. La sostanza si consuma fumandola o con degli infusi, ma soprattutto masticando foglie, rametti e germogli, ingerendo il succo che ne viene fuori.

"Sia il catinone che la catina sono stimolanti del sistema nervoso centrale, ma hanno una potenza inferiore rispetto all’amfetamina. – si legge sul sito del ministero dell'Interno – Il consumo di khat porta ad effetti qualitativamente simili a quelli della citata amfetamina, cioè aumento della pressione sanguigna, stato di euforia e allegria, aumento dello stato di allerta ed eccitazione. Gli effetti euforici del khat iniziano dopo circa un’ora di masticazione. (…) Gli effetti psicoattivi possono essere seguiti da  depressione, irritabilità, anoressia e difficoltà di dormire. L’uso frequente di dosi elevate può dare reazioni psicotiche. Tra le conseguenze gastrointestinali stitichezza e ritenzione urinaria. Il ruolo degli altri costituenti della pianta di khat è meno noto".

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