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Scene di Suburra a Ostia girate nei locali controllati dai clan: “Criminalità pagata per il set?”

All’interno dei locali Ater sequestrati ieri a Nuova Ostia gestiti dai clan sono state girate scene della serie Suburra: l’ipotesi dei pm.
A cura di Beatrice Tominic
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Nella mattinata di ieri i carabinieri hanno sequestrato oltre 70 locali Ater occupati da persone vicine al clan Fasciani a Nuova Ostia, per un totale di quasi 5mila metri quadrati. Un'abitazione, 8 locali commerciali fra cui una palestra e un bar e oltre 70 fra cantine e box: proprio alcuni di questi locali, come scrive oggi la Repubblica, sarebbero stati affittati anche per le scene di Suburra e sarebbero diventate set per la serie Netflix.

Quegli stessi box, come scoperto nel corso delle indagini, venivano utilizzati per conservare armi e droga della criminalità organizzata di Ostia. Gli immobili di Ater, commerciali e non, erano stati occupati dal 63enne Rosario Ferreri che aveva iniziato a gestirli illegalmente. Il compito delle forze dell'ordine, adesso, è quello di riuscire a risalire all'identità di chi ha gestito gli affari con la casa di produzione cinematografica: non è escluso che sia stato lo stesso Ferreri ad essersi interfacciata con produzione e troupe. Ma a che titolo avrebbe ricevuto del denaro? Qualora questa ipotesi venisse confermata, sarebbe un ulteriore elemento di conferma contro il 63enne per gli inquirenti.

A cosa servivano i locali

A far scattare le indagini sull'occupazione illecita dei locali di Ater è stata una denuncia presentata proprio dai vertici della stessa nel momento in cui alcuni dipendenti hanno segnalato di non riuscire ad accedere agli spazi.

Ad occupare gli spazi, oltre al 63enne, anche la compagna: entrambi dovranno rispondere dell'accusa di invasione di edifici pubblici, con l’aggravante dell’agevolazione mafiosa: gli spazi sotterranei venivano utilizzati dai clan Fasciani e Spada come base logistica per deposito e stoccaggio di armi e droga. La coppia è stata sottoposta al divieto di entrare nel X Municipio.

Quali erano gli spazi gestiti dai due

I locali che gestivano illegalmente si trovano tutti nella zona di Nuova Ostia, dove si sta aprendo una nuova guerra fra clan, in via delle Ebridi, dal civico 90 al 132.

Oltre all'abitazione, le cantine e i box, anche alcuni locali destinati ad un uso commerciale:  oltre alla palestra e al bar, anche una pizzeria, un negozio di materassi, un’attività di tappezzeria per auto, un negozio adibito alla vendita di artifizi pirotecnici ed anche una onlus. La coppia affittava alcuni immobili, ma ha anche provato di intestarsene altri falsificando i documenti all'agenzia delle entrate e al catasto: per questa ragione sono anche indagati per autoriciclaggio e falso. Oltre a loro, però, nell'inchiesta compaiono anche altre 8 persone.

Le reazioni della politica

Non hanno tardato ad arrivare i commenti da parte di alcuni degli esponenti politici. Il primo ad esprimere ringraziamento per il lavoro dei carabinieri, che hanno operato in collaborazione con il nucleo della DDA di Roma, è stato il sindaco della capitale Roberto Gualtieri: "Nessuno spazio per la criminalità organizzata nel nostro litorale", ha aggiunto.

Anche l'assessore capitolino al Patrimonio e alle Politiche abitative Tobia Zevi ha commentato la vicenda: "Non c'è più spazio a Roma per l'illegalità, gli atteggiamenti mafiosi e la violenza – ha dichiarato – L'intervento di questa mattina ha permesso di liberare e sequestrare numerosi locali commerciali e le cantine di proprietà dell'Ater".

Si è aggiunto, infine, anche il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi che ha espresso grande apprezzamento per tutta l'operazione: "Azioni sul territorio come questa testimoniano l’incessante lavoro di magistratura e forze dell’ordine per contrastare l’odioso racket delle occupazioni abusive di alloggi pubblici e ripristinare la legalità, sottraendo spazi alla gestione dei traffici illeciti e fornendo risposte concrete a quelle comunità su cui grava il peso di una forte pressione criminale".

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