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Nicoletta malata oncologica rischia lo sfratto: “Senza lavoro, ho paura di finire per strada”

“Operata di tumore, ho perso il lavoro e temo di finire per strada”. Nicoletta è una malata oncologica, che rischia lo sfratto. Per ora grazie all’intervento di municipio e sindacato è stato rimandato di due mesi.
A cura di Lorenzo Sassi
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Nicoletta è una malata oncologica. Non ha un lavoro. Il suo reddito è costituito da 300 euro di pensione d'invalidità, più un'integrazione derivante dal reddito di cittadinanza. Rischia uno sfratto coatto per morosità. Il problema è che non ha altre sistemazioni. Non ci sono lotti popolari da assegnare e i privati respingono le sue richieste d'affitto. Gli scatoloni occupano due intere stanze dell’abitazione. Sono stati preparati con cura in queste settimane. Doveva andarsene. Deve andarsene. Questo Nicoletta lo sapeva e lo sa tuttora. Eppure i metodi la lasciano interdetta. I carabinieri si sono presentati per sfrattarla di casa in maniera coatta, perché morosa. Se ne sta seduta in cucina, preoccupata, mentre racconta a Fanpage.it la sua storia.

"Operata di tumore, ho paura di finire per strada"

"Chiedo solo un mese e mezzo in più per sistemare tutte le mie cose, perché da sola non riesco nemmeno a fare gli scatoloni. Ho bisogno d'aiuto, sia per una questione economica che materiale" racconta Nicoletta. Non sembrano esserci case popolari disponibili e questo è un ulteriore problema. "Ho fatto domanda quasi due anni fa, ma non mi è stato comunicato nemmeno il punteggio. Tutto nasce perché io sono stata operata di tumore qualche anno fa, poi sono arrivate le complicazioni di salute e conseguentemente ho perso anche il lavoro. Tutto nasce da lì perché da allora non sono più riuscita a trovare un’altra occupazione. Eravamo io e mia madre qui, lei aveva la pensione sociale da 550/600 euro. Non ce la facevamo a sostenere spese d’affitto e altre spese dovendo anche pagare le visite, i medicinali, le bollette".

Poi la madre è morta. "Ho cercato lavoro ma nelle mie condizioni è complicato – continua – Ho alcune patologie sorte dopo il tumore, tant’è che ora mi è stata riconosciuta anche un’invalidità". Quest’ultimo elemento tuttavia, almeno nel caso di Nicoletta, non aiuta ad avere ulteriore assistenza in una situazione come questa. Nicoletta ora spera solo in un rinvio "anche solo di un mese, per organizzarmi, da sola non posso sistemare tutto. Se i carabinieri dovessero salire sarò costretta ad andare via" spiega Nicoletta. Per andare dove? "Non lo so" risponde laconica. "Spero mi accordino questo rinvio per avere un po’ più di tempo. Indipendentemente dal fatto che troverò casa, almeno intanto avrò un tetto sopra la testa".

Lo sfratto è stato rimandato

Grazie all'intervento dei sindacati e di Luca Biasi, assessore al Municipio III, lo sfratto è stato rimandato di un paio di mesi. Tuttavia il problema dell'emergenza abitativa rimane ed è necessario trovare delle soluzioni. "C’è un grande ostracismo da parte della proprietà immobiliare a dare in affitto immobili in casi come questo – ha spiegato Fabio Catalano di Asia Usb – C’è il paradosso per cui il Municipio può dare i soldi per aiutare una persona a pagare un affitto, ma non si trova poi realmente chi offre la sua disponibilità".

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