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Nel Lazio pillola abortiva anche fuori dall’ospedale: “Una vittoria di tutte le donne”

La pillola abortiva RU486 non dovrà essere assunta solo in ospedale, le donne potranno scegliere se prenderla anche in regime ambulatoriale. La Regione Lazio ha recepito le linee guida del ministero della Salute, che danno il via libera alla somministrazione fuori dai nosocomi. “Questo risultato è frutto di una lunga battaglia”.
A cura di Natascia Grbic
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Nel Lazio è stata approvata la somministrazione della pillola abortiva RU486 anche in regime ambulatoriale, al di fuori dell'ospedale. Le donne potranno così scegliere se interrompere la gravidanza in regime di day hospital all'ospedale, oppure in ambulatorio (compresi i consultori), con l'assunzione del secondo farmaco anche a casa. Ad annunciarlo, Marta Bonafoni e Alessandro Capriccioli, rispettivamente capogruppo della Lista Civica Zingaretti e di +Europa Radicali. "Il risultato è frutto di un lavoro corale di donne dentro e fuori le istituzioni nel quale mi impegno anche io da anni – ha commentato Bonafoni – penso al rapporto con le Assemblee delle donne dei consultori, alle riunioni fatte con le studentesse universitarie, agli incontri con Non una di meno, alla lotta della Cgil, agli appelli della comunità scientifica. Oggi raccogliamo i primi frutti di questa battaglia. E nei giorni in cui dalle Marche arriva l'ennesimo becero attacco della destra contro la 194, e gli attacchini non cessano di riversare nelle nostre città i manifesti dei cosiddetti provita, dal Lazio parte un segnale inequivocabile al Paese che dice noi da che parte stiamo. Dalla parte delle donne".

"Anche per medici obiettori obbligo di soccorrere la donna"

La determina che recepisce le linee guide del ministro della Salute Roberto Speranza è stata pubblicata dalla Regione Lazio il 26 gennaio. "Ora le aziende ospedaliere e territoriali devono avviare le procedure per attuare le disposizioni, individuando gli ambulatori e i consultori in rete con una struttura ospedaliera e in grado di effettuare l'aborto farmacologico – si legge nella nota – E dovranno anche mettere in campo un percorso di formazione alla RU486 su tutti gli operatori coinvolti, anche i medici ginecologi obiettori, perché se ci sono complicazioni tutti hanno il dovere di intervenire per soccorrere la donna".

Le linee guida non erano aggiornate dal 2010

Le nuove linee guida del ministero della Salute sono state approvate ad agosto. Era dal 2010 che non venivano aggiornate. Lo aveva annunciato in estate il ministro della Salute Roberto Speranza, spiegando che le evidenze scientifiche sono tali da permettere l'assunzione della RU486 anche al di fuori dell'ospedale. L'aggiornamento delle linee guida si è reso necessario dopo che durante il lockdown moltissime donne hanno avuto difficoltà ad accedere all'interruzione volontaria di gravidanza, soprattutto quella farmacologica, sospesa in molti ospedali d'Italia perché erano richiesti tre giorni di ricovero. Introdotta in Italia nel 2009, la RU489 è stata sempre fortemente ostracizzata: basti pensare che in Finlandia il 97% degli aborti avvengono farmacologicamente, così come in Svezia (93%) e Francia (67%). In Italia la percentuale è attualmente al 17,8%.

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