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Morta dopo liposuzione a Roma: è il terzo decesso per colpa della chirurgia estetica low cost nella Capitale

Il fenomeno che ruota attorno a parte della Medicina Estetica con casi di pazienti morte vede interventi a basso costo, centri senza autorizzazioni e sale operatorie non idonee. Gli inquirenti indagano dopo i casi di cronaca con la morte di alcune pazienti, l’ultima domenica a Primavalle.
A cura di Alessia Rabbai
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Interventi di chirurgia plastica a basso costo, chirurghi che continuano ad operare nonostante le denunce in attesa di processo o sentenze. Centri privati senza autorizzazioni, offerte pubblicizzate attraverso i social network rivolte a particolari target di clienti come giovanissimi o determinate nazionalità. Sale operatori sporche. È il fenomeno che ruota attorno a parte della medicina estetica, ma non solo. Sotto alla lente d'ingrandimento degli inquirenti sono finite cliniche private e studi medici romani dopo alcuni fatti di cronaca, che si sono verificati negli scorsi mesi. Episodi al vaglio dei Nas e della Procura, che riguardano la morte di alcune pazienti sottoposte ad interventi di chirurgia plastica.

Studio medico di Primavalle senza autorizzazioni

L'ultimo caso avvenuto domenica scorsa, 8 giugno, è quello di Ana Sergia Alcivar Chenche, quarantasei anni. Si è sentita male durante una liposuzione nello studio di medicina estetica del dottor Jose Lizarraga Picciotti a Primavalle. Ambulatorio che, com'è emerso dai primi accertamenti non aveva le autorizzazioni da tredici anni. Su Instagram Picciotti scriveva in spagnolo, rivolgendosi a potenziali clienti originari dell'America Latina. Il chirurgo ha delle denunce per lesioni da parte di alcune pazienti per degli interventi. Sono tre i professionisti indagati, oltre a Picciotti, l'anestesista e l'infermiera. Avrebbero provato a rinamare la paziente, per poi chiamare un'ambulanza privata, che l'ha trasportata al pronto soccorso del Policlinico Umberto I dove è deceduta dopo alcune ore.

Margaret Spada, i medici indagati operano in un altro studio

Sono tornati ad operare in un altro studio i medici indagati per la morte di Margaret Spada. Marco Antonio Procopio e suo figlio sono due chirurghi noti sui social network, con decine di migliaia di follower. Il fatto che i medici operino con a carico denunce è previsto: nonostante siano indagati infatti possono continuare ad esercitare la professione. L'Ordine dei Medici non può adottare provvedimenti se non dopo la sentenza di terzo grado o su esplicita richiesta della Procura. Margaret Spada è morta a ventidue anni all'ospedale San'Eugenio di Roma, dopo un intervento al naso in una clinica dell'Eur.

Simonetta Kalfus, la sala operatoria era sporca e clandestina

I Nas hanno certificato che la Sala operatoria utilizzata da Carlo Bravi per operare Simonetta Kalfus era "sporca, clandestina e pericolosa", non idonea ad ospitare interventi chirurgici. All'interno inoltre "mancava l'impianto di aerazione". È quanto emerso dal sopralluogo fatto dai carabinieri durato sei ore. Anche Simonetta, sessantadue anni, si è sottoposta ad una liposuzione in uno studio medico di Cinecittà ed è deceduta a marzo scorso all'ospedale G.B. Grassi di Ostia. Tre i medici che risultano indagati per omicidio colposo.

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