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L’unico ostacolo alla candidatura di Nicola Zingaretti a sindaco di Roma è Nicola Zingaretti

Tutti, amici e nemici, lo accoglierebbero come un salvatore e tutti gli chiedono di candidarsi a sindaco di Roma. Ma il governatore della Regione Lazio Nicola Zingaretti, dopo dieci anni da amministratore locale, preferirebbe proseguire la sua carriera politica con un altro ruolo. La tentazione di correre e vincere però è tanta.
A cura di Valerio Renzi
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Glielo chiedono tutti, amici e nemici, i suoi consiglieri più fidati e i capi bastone delle correnti che lo hanno portato ad abbandonare con un plateale colpo di scena la segreteria del Partito Democratico. "Nicola candidati a sindaco di Roma, sei l'unico che ce la può fare". Sondaggi alla mano è proprio così: l'attuale governatore della Regione Lazio vincerebbe contro qualsiasi avversario.

Ma lui non è convinto e ancora prende tempo per decidere. Sulla stampa continua a nicchiare, ma è innegabile l'attivismo quotidiano, tra visite ai cantieri aperti dalla Regione Lazio e inaugurazioni. "Candidarmi a sindaco di Roma? Io mi occupo tutti i giorni della mia città. Mi sto occupando di Roma. Il centrosinistra ha scelto le primarie e ci sono candidati validi", ha dichiarato per l'ennesima volta solo pochi minuti fa in televisione.

A frenare la scelta del governatore ci sono due ragioni di ordine eminentemente politico. La prima è la difficoltà di condurre una campagna elettorale contro il Movimento 5 Stelle, dopo aver fatto entrare i pentastellati in giunta alla Pisana e aver continuato a sostenere a ogni livello un accordo strutturale tra il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle. La seconda è lasciare la Regione Lazio senza aver ordinato la successione nel bel mezzo della campagna vaccinale e mentre lo scandalo dei concorsi per le assunzioni di uomini e donne vicini alla politica scuote la maggioranza. Ma entrambi i problemi possono trovare una soluzione: il primo stringendo un accordo perlomeno sul ballottaggio con il M5S, visto che un passo indietro di Virginia Raggi sembra a oggi fantascienza, il secondo in virtù di una considerazione che tutti gli spin doctor danno per scontata "se perdiamo a Roma perdiamo subito dopo anche la Regione Lazio"

La verità è che l'unico ostacolo alla candidatura di Zingaretti è lo stesso Zingaretti. Due volte presidente della Provincia di Roma, due volte governatore della Regione Lazio, la più grande obiezione alla candidatura di Nicola Zingaretti al Campidoglio risiederebbe prima di tutto nell'intimo dei progetti sul suo futuro politico e personale. "Ho fatto l'amministratore già per tanti e in caso di vittoria potrei trovarmi a fare il sindaco per dieci anni", va ripetendo il diretto interessato che invece già si immaginava in un posto diverso, magari con un ruolo importante in parlamento o in un futuro governo. Eppure la tentazione di presentarsi come il salvatore di una città alla stremo, con in tasca i soldi del Recovery Plan e la gestione di un Giubileo all'orizzonte, è tanta. E se dovesse decidersi per chi lo accuserà di incoerenza ha già la risposta pronta: "Me lo sta chiedendo la gente".

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Giornalista pubblicista e capo area della cronaca romana di Fanpage.it. Ho collaborato prima prima di arrivare a Fanpage.it su il manifesto, MicroMega, Europa, l'Espresso, il Fatto Quotidiano. Oltre che di fatti e politica romana mi occupo di culture di destra e neofascismi. Ho scritto per i tipi di Edizione Alegre "La politica della ruspa. La Lega di Salvini e le nuove destre europee" (2015) e per Fandango Libri "Fascismo Mainstream" (2021).
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