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Licenziata perché trans, scuola condannata a risarcire la professoressa: “È stata discriminata”

Giovanna Cristina Vivinetto è stata licenziata tre anni fa da una scuola paritaria di Roma dopo appena due settimane di insegnamento. Il tribunale ha condannato l’istituto al risarcimento della docente.
A cura di Natascia Grbic
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"Ho vinto. Abbiamo vinto. Un varco è stato aperto ed è da qui che possiamo fare entrare la luce. Sono una docente degna di rispetto. Sono una donna transgender degna di rispetto. Come dovrebbe essere in ogni caso". Giovanna Cristina Vivinetto è una professoressa che nel 2019 è stata licenziata dopo solo due settimane di lavoro dall'Istituto paritario Kennedy di Roma. A distanza di tre anni, il tribunale ha condannato la scuola a risarcire la docente, riconoscendo la discriminazione di genere come causa dell'interruzione del rapporto di lavoro.

"Mi tremano le mani mentre condivido con voi questa notizia che ha dell'eccezionale: per la prima volta in tribunale è stato riconosciuto il peso specifico della discriminazione di genere all'interno di un rapporto di lavoro, che purtroppo nel nostro Paese è ancora diffusissima e non adeguatamente affrontata – scrive Vivinetto nel post in cui annuncia la vittoria della causa – In tutti i modi hanno provato a screditare la persona e la mia professionalità. La loro difesa sosteneva non fossi buona insegnante, nonché persona sessualmente esplicita. Ci hanno provato ma non ci sono riusciti. Le loro testimonianze non sono state in grado di dimostrare il contrario, anzi si sono rivelate utili per rafforzare che non fosse la mia mancata professionalità il motivo del licenziamento".

All'epoca del licenziamento la scuola aveva dichiarato che l'allontanamento della docente era stata una decisione legittima legata non al fatto che sia trangender ma alla qualità del suo insegnamento. "Il giudice li ha smentiti su tutta la linea", spiega ancora Vivinetto, che riporta nel post uno stralcio della sentenza: "Le dichiarazioni non appaiono significative di un'effettiva inadempienza della professoressa Vivinetto ai propri impegni didattici. […] Inoltre appare quantomeno prematuro un recesso esercitato in così breve tempo, per motivazioni attinenti la scarsa capacità didattica, senza dare alla professoressa la possibilità di ambientarsi e di acquisire piena nozione dei piani didattici personalizzati da applicare ai propri alunni. […] Sicché può ritenersi adeguatamente provato che le ragioni che hanno indotto la società resistente a risolvere il rapporto di lavoro con la Vivinetto siano ascrivibili proprio alla sua condizione di transessuale".

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