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Lascia morire la compagna di polmonite dopo tre giorni di agonia: a processo per omicidio

L’uomo, 43 anni, aveva paura che si trattasse di overdose e per paura di essere denunciato l’ha lasciata morire. Ma per l’autopsia è morta di polmonite e si sarebbe potuta salvare. Ora dovrà affrontare un processo con l’accusa di omicidio aggravato dai maltrattamenti.
A cura di Redazione Roma
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Foto di repertorio
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Un uomo di 43 anni, Fausto Chiantera, dovrà rispondere dell'accusa di omicidio volontario aggravato, di maltrattamenti e di cessione di stupefacenti. Secondo il giudice avrebbe deliberatamente lasciato morire la campagna di 38 anni, una figlia minorenne, perché convinto che si trattasse di un overdose. La donna invece aveva una polmonite bilaterale che, se curata per tempo, non le sarebbe risultata fatale.

I fatti risalgono al 18 gennaio del 2022 quando la donna, Simona M., muore nell'appartamento abitato dalla coppia in via Baccio Baldini, a due passi da Stazione Trastevere. Ora la vicenda giudiziaria è arrivata a una svolta e dopo poco più di un anno il compagno dovrà rispondere dell'accusa di omicidio, come ricostruito oggi sulle pagine della cronaca di Roma dei quotidiani.

I pubblici ministeri Antonio Verdi e Stefano Pizza, oltre a sostenere che la donna si poteva salvare se curata hanno ricostruito il contesto in cui l'abbandono della donna mentre moriva è maturato: percosse, maltrattamenti quasi quotidiani, uso di stupefacenti e saltuariamente anche di eroina. E il 15 gennaio lui le regala proprio dell'eroina e lei ha un crollo fisico, sviene e fatica a riprendersi. Passano i giorni e le sue condizioni peggiorano ma l'uomo ignora la situazione per paura che la colpa sia della droga che gli ha dato, essendo già sotto accusa per aver venduto della droga a un ragazzo minorenne. Quando chiama il 118 ormai è troppo tardi per Simona non c'è più niente da fare, è già morta, ai medici dice che si era sentita male in quel momento ma l'autopsia lo smentirà e condurrà a processo.

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