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Kitesurfer risucchiato da elicottero, testimone: “Dopo un volo di 10 metri è caduto a peso morto”

“È stato aspirato per una decina di metri e poi è stato scaraventato a terra”, ha detto un testimone riferendosi al kitesurfer 53enne aspirato da un elicottero militare nel 2018.
A cura di Beatrice Tominic
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Kitesurfer risucchiato dalle pale di un elicottero a Ladispoli via Litorale Tv
Kitesurfer risucchiato dalle pale di un elicottero a Ladispoli via Litorale Tv

È stato risucchiato da un elicottero militare mentre stava facendo kitesurf a Ladispoli nell'ottobre del 2018: Alessandro Ognibene, 53enne, in seguito all'incidente è rimasto gravemente ferito. L'aeromobile si trovava in volo per un'esercitazione, come è stato confermato  dallo stesso Ognibene e da altri testimoni davanti al giudice di pace di Civitavecchia venerdì scorso, come riporta il Messaggero.

"Ero dietro alla duna, dopo il sollevamento della vela ho visto il corpo salire di scatto e poi scendere giù, a peso morto", ha raccontato il pescatore romano che si trovava in spiaggia quando è accaduto l'incidente. Aveva già spiegato quanto visto agli agenti della capitaneria di porto di Civitavecchia e Ladispoli che si erano occupati del caso. La sua testimonianza potrebbe rivelarsi fondamentale per il processo che vede imputati due piloti e un ammiraglio della Marina, responsabile dell'addestramento interforze Nato, per lesioni. In aula presente anche un vigilantes che, però, non ha visto direttamente l'incidente, ma anche lui non ha dubbi: gli elicotteri volavano a bassa quota.

Le altre testimonianze

Un'altra testimonianza è arrivata dal titolare di una struttura ricettiva che si trova nelle vicinanze del luogo in cui è avvenuto l'incidente, nella zona costiera di Torre Flavia. È lui che, oltre al racconto di quanto ricorda, ha fornito anche delle immagini che ritraggono gli elicotteri in volo a Ladispoli. Come ha dichiarato (e come si riscontra anche dalle foto, guardando il mare piatto), in quella tragica giornata non c'era vento.

Questo è punto fondamentale, invece, per la difesa: secondo quanto riportano gli avvocati, l'elicottero non avrebbe potuto risucchiare Ognibene che, invece, sarebbe stato vittima del vento. L'elicottero che avrebbe aspirato Ognibene, però, è un Chinook, utilizzato da sessanta anni e fra i più potenti che esistano, in grado di sollevare 12 tonnellate, lungo quasi 16 metri e dotato di doppia elica.

Le prossime udienze

L'ultima parola, ovviamente, spetterà al giudice. Nel frattempo sono già state convocate le prossime udienze, nel mese di gennaio prossimo, il 13. In questa occasione sarà chiamato a testimoniare anche un impiegato comunale di Ladispoli, presente a Torre Flavia quando è avvenuto l'incidente, ma anche il sindaco stesso della cittadina costiera a nord di Roma che dovrà chiarire l'eventuale presenta di limitazioni e comunicazioni con il Comune relative all'esercitazione. Nell'udienza saranno chiamati anche i testimoni della difesa. "Ho fiducia nella giustizia, vedremo cosa succederà – ha dichiarato intanto Ognibene – Sono soddisfatto dell'ultima udienza".

La vicenda, che non ha precedenti in Italia, è oggi oggetto di un'inchiesta della procura ordinaria, militare e della Nato: alcuni fra i velivoli presenti nell'esercitazione, infatti, non erano italiani. Anche il ministero della Difesa aveva annunciato l'apertura di un'indagine sul caso, nominata Notte scura 2018, ma le registrazioni delle conversazioni non sono state mai trasmesse.

L'incidente con l'elicottero

La doppia elica dell'aerogiro avrebbe creato un vortice che avrebbe aspirato il kitesurfer per almeno una decina di metri per poi lasciarlo cadere sulla sabbia violentemente. Il 53enne a seguito della caduta ha riportato ferite gravi in tutto il corpo, è stato trasportato in eliambulanza in codice rosso al policlinico Agostino Gemelli, dove è rimasto in rianimazione diverso tempo e ha riportato gravi ferite.

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