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Kitesurfer risucchiato da un elicottero militare a Ladispoli: piloti e comandante a processo

L’undici ottobre comincia il processo a carico di due piloti e un comandante dell’esercito, ritenuti responsabili dell’incidente avvenuto nel 2018 a Ladispoli, quando un elicottero militare risucchiò un kitesurfer a Torre Flavia.
A cura di Natascia Grbic
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Si terrà l'undici ottobre la prima udienza del processo sulla vicenda del kitesurfer risucchiato a Ladispoli da un elicottero dell'esercito. Secondo quanto riportato da Il Messaggero, dopo cinque rinvii, la prossima settimana due piloti del Chinook e il comandante che doveva coordinare l'operazione siederanno al banco degli imputati. Sono accusati di lesioni.

Vittima dell'incidente avvenuto a Ladispoli è il 53enne Alessandro Ognibene, odontotecnico appassionato di kitesurf. Quel giorno era in mare quando la doppia elica dell'elicottero – impegnato in un'esercitazione militare – lo ha risucchiato e sollevato a dodici metri d'altezza, facendolo poi precipitare sulla spiaggia. Ognibene riportò ferite gravissime in quell'occasione: trasportato d'urgenza all'ospedale Gemelli di Roma, è rimasto ricoverato diverso tempo a causa delle lesioni riportate nell'incidente.

L'elicottero che aveva risucchiato l'uomo era un velivolo militare. I piloti a bordo non si sono fermati a prestare soccorso, ma si sono diretti alla base di Furbara, dove avrebbero terminato l'esercitazione. Erano diversi gli elicotteri che in quel momento stavano sorvolando Torre Flavia, tanto che c'è stata un po' di difficoltà nel capire inizialmente quale fosse il velivolo che aveva risucchiato l'uomo.

L'undici ottobre, comincia il processo. Secondo l'accusa non sarebbe stata garantita la sicurezza dell'area, né sarebbe stata richiesta l'interdizione della parte di mare sottostante.

"Dopo sei rinvii – ha dichiarato Ognibene a Il Messaggero – speriamo finalmente che questa udienza abbia luogo. Una volta è saltata per l'emergenza sanitaria, quella successiva per il pensionamento di un giudice, poi per un errore dell'atto di notifica della cancelleria. Aggiungiamo un imputato con il Covid e uno sciopero degli avvocati, alla fine il processo non è mai iniziato. Ma da quel giorno la mia vita è cambiata".

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