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Impossibile comprare i biglietti dal sito del Colosseo, l’Antitrust contro i bagarini online

Sul sito di rivendita ufficiale CoopCulture è ormai impossibile acquistare i biglietti del Parco archeologico del Colosseo: vengono comprati in massa e rivenduti a prezzi maggiorati su altri canali. Si indaga su CoopCulture, Musement, GetYourGuide, Tiqets e Viator.
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Il Colosseo continua a essere al centro delle discussioni. Dopo le polemiche dei giorni scorsi sull’onda degli atti vandalici compiuti dai turisti beccati a incidere iniziali, date e dediche sulle pareti risalenti al I secolo d.C., all’orizzonte se ne affaccia un’altra, che però nuova non è. Sono infatti mesi che risulta impossibile comprare online, sul sito di rivendita ufficiale Società Cooperativa Culture (CoopCulture), i biglietti per accedere al Parco archeologico che comprende Colosseo, Palatino, Foro Romano e Domus Aurea: non c’è apparentemente alcuna data disponibile, tutti i ticket sono andati venduti. E invece, a cercare bene in rete, i tagliandi possono essere acquistati su altri siti, che li rivendono a prezzi più alti. La piaga del bagarinaggio quindi non si limita allo stadio o ai concerti, ma tocca da vicino anche il mondo della cultura.

Ieri infine è scesa in campo l’Antitrust: l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha avviato un’istruttoria nei confronti di Società Cooperativa Culture, Musement, GetYourGuide, Tiqets e Viator per il servizio di vendita dei biglietti per l’ingresso al Parco Archeologico del Colosseo. L’Autorità sostiene che per i visitatori sarebbe impossibile comprare i tagliandi sul sito di CoopCulture, canale ufficiale, poiché questi verrebbero immediatamente acquistati in massa da rivenditori secondari tramite l’utilizzo di sistemi automatici di acquisto (i cosiddetti "bot"). Questi ricercatissimi ticket, poi, verrebbero rimessi in vendita online su altri siti, a prezzi maggiorati e generalmente con l’aggiunta di pacchetti turistici che includono, ad esempio, audioguide in tutte le lingue, trasporto dalle strutture ricettive o "saltafila".

La mancata ‘prevenzione' di CoopCulture

Secondo l’Antitrust, CoopCulture non avrebbe ideato e predisposto sistemi idonei ad evitare queste forme di accaparramento dei biglietti da parte dei rivenditori secondari, privando di fatto i visitatori della possibilità di godere delle bellezze architettoniche della Capitale, tra le più famose al mondo, al prezzo ordinario. La replica di CoopCulture, nelle parole della direttrice generale Letizia Casuccio: "Siamo molto sereni e auspichiamo che si faccia presto chiarezza. La società adotta sistemi per contrastare fenomeni di acquisti massivi, bloccando un numero altissimo di accessi alla piattaforma di vendita e sospendendo anche diversi contratti con tour operator".

L'esultanza della direttrice del Parco archeologico

Soddisfazione quella espressa dalla direttrice del Parco archeologico del Colosseo, Alfonsina Russo: "Era ora!". Era stata proprio lei a presentare denuncia lo scorso anno alla polizia postale: "Da lì poi è partito tutto. Anche l'indagine tuttora in corso della Guardia di Finanza, con cui ci sentiamo periodicamente e teniamo riunioni anche mensili. Credo che questi siano i primi risultati. Penso che esista un modo informatico per arginare questo fenomeno".

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