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Finto infermiere abusava sessualmente di un’anziana: condannato a otto anni di carcere

Abusava sessualmente di un’anziana affetta da demenza senile ricoverata in una casa di riposo dell’Eur. Un finto infermiere è stato condannato a otto anni e quattro mesi di carcere. Ad incastrarlo la donna costretta al letto, che ripeteva ai suoi famigliari: “Carlos lo zozzone arriva di notte”.
A cura di Alessia Rabbai
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Un infermiere di una casa di riposo dell'Eur è stato condannato a otto anni e quattro mesi di carcere per violenza sessuale aggravata dall'età e dalle condizioni di salute della vittima. Ha abusato un'anziana paziente, che era ricoverata presso la struttura. Si tratta di un sessantenne peruviano, detto Carlos, nei confronti del quale il pubblico ministero aveva chiesto quattordici anni, pena che è stata ridotta grazie al rito abbreviato. A raccontare la storia dell'ottantaquattrenne, affetta da demenza senile, costretta al letto con il catetere è Il Messaggero. I famigliari l'avevano affidata alla struttura dell'Eur, ora chiusa, per farla seguire da esperti che potessero occuparsi di lei 24 ore su 24, date le sue particolari condizioni di salute. Attenzioni che però non hanno impedito che si consumasse la violenza.

"Carlos lo zozzone arriva di notte"

La denuncia dei parenti è scattata dopo le diverse frasi pronunciate dalla donna a più membri della sua famiglia e ripetute nel tempo: "Carlos lo zozzone arriva di notte" diceva. Inizialmente i suoi cari non avevano dato peso alle sue parole, pensando che si trattasse della sua demenza, ma la sua insistenza li ha spinti a crederle e a pensare che fosse stata vittima di un abuso. Così si sono presentati dalle forze dell'ordine che hanno svolto accertamenti e verificato che effettivamente l'uomo, che era parente dei gestori della struttura e rivelatosi poi senza alcun titolo di studio necessario per svolgere la professione di infermiere, entrava nella stanza della signora di notte, abusando sessualmente di lei. Le immagini riprese dai dispositivi casa di cura non permettevano di vedere cosa accadeva, perché l'uomo spegneva sempre la luce. A togliere ogni dubbio sono state le telecamere, che hanno rivelato le ripetute violenze che avvenivano sempre durante la notte.

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