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Danilo Valeri, il silenzio sul rapimento e i video con l’auto a 250 sul GRA: ipotesi favoreggiamento

La procura di Roma sta valutando di indagare per favoreggiamento Danilo Valeri, il ventenne rapito lo scorso 23 dicembre. Il ragazzo non ha voluto collaborare con gli inquirenti riguardo quanto accaduto.
A cura di Natascia Grbic
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Potrebbe essere indagato per favoreggiamento Danilo Valeri, il ventenne rapito a Roma la notte del 23 dicembre davanti al Moku Sushi di Tor di Quinto. Secondo quanto riportato da la Repubblica il ragazzo, interrogato per oltre sette ore dal pubblico ministero dell'antimafia, non ha fornito elementi utili alle indagini. Si è mostrato reticente nel collaborare con gli inquirenti e non ha voluto parlare, preferendo trincerarsi dietro il silenzio. Non una cosa anomala nell'ambiente dello spaccio di droga e delle faide tra clan. Lo stesso padre del 20enne, Maurizio Valeri, era stato gambizzato a maggio e alle domande dei poliziotti ha fatto finta di non sapere chi potesse essere stato.

E proprio sul padre si stanno concentrando gli sforzi degli investigatori. Il 47enne, conosciuto nella zona come ‘il sorcio', gestisce due piazze di spaccio a San Basilio, e negli anni si è fatto molti nemici. Tra questi l'altro clan che ha messo radici a San Basilio, i Marando, tanto che all'inizio una delle ipotesi era che potessero avere qualcosa a che fare con il rapimento. Tramite il loro legale, il clan ha però fatto sapere di non avere nulla a che fare con quanto accaduto. "Ci dispiace per il ragazzo, lo conosciamo, ma non siamo stati noi", hanno dichiarato tramite l'avvocato a Fanpage.it.

C'è però anche qualcun altro che potrebbe avercela con la famiglia Valeri. Alcuni testimoni hanno riferito che Danilo è stato costretto a salire in macchina con la forza da un gruppo di sei o sette persone: tra queste, alcune sarebbero state di origine nordafricana.

E mentre le indagini proseguono a 360 gradi, Danilo Valeri è tornato alla sua vita. Nei video pubblicati su Instagram e TikTok si riprende con il cellulare mentre si lancia con la macchina a oltre 250 chilometri all'ora sul Grande Raccordo Anulare. Non è la prima volta che il ragazzo si rende protagonista di queste bravate: basta scorrere i video per vedere come quella di lanciare l'auto a velocità folli per le strade della capitale sia un'abitudine piuttosto consolidata. Che ha replicato anche la notte di Natale, subito dopo il rapimento.

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