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Caro affitti, Mario: “Ho diritto allo studentato ma non c’è posto, costretto a viaggi di tre ore”

Mario ha ventidue anni e ha aderito alla protesta degli studenti dell’Università La Sapienza contro il caro affitti. Vive a Frosinone e avrebbe diritto a un alloggio, essendo risultato idoneo. Non essendoci posto allo studentato, è costretto a una vita da pendolare e passa sui mezzi anche più di tre ore al giorno.
A cura di Natascia Grbic
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Tre ore (almeno) ogni giorno per raggiungere l'università. Tre ore che spesso diventano quattro, anche cinque, nel caso di ritardo o soppressione dei treni. Tempo che viene levato allo studio, alle amicizie, all'attività fisica e che potrebbe essere recuperato garantendo a tutti un diritto all'alloggio a prezzi degni, e non gonfiati dal mercato al di fuori di ogni razionalità.

Mario è uno studente dell'università La Sapienza di Roma. Ha ventidue anni e frequenta la facoltà di Economia. È uno dei ragazzi che ha deciso di aderire alle proteste contro il caro affitti che si stanno dando in questi giorni alla Sapienza, con gli studenti accampati in tenda davanti al rettorato. L'obiettivo è denunciare i prezzi folli che hanno raggiunto gli affitti a Roma, dove una stanza arriva a costare almeno 500 euro (spese escluse). Una somma che non tutti possono permettersi e che ha messo in ginocchio diverse famiglie, con ragazzi costretti a fare i pendolari. Se a questo si aggiunge la disastrosa situazione in cui versano mezzi pubblici e ferrovie regionali, ecco che il diritto allo studio non sempre è garantito.

Mario avrebbe diritto all'alloggio in uno studentato. "Quando ho iniziato la triennale facevo il pendolare – spiega – poi c'è stata la pandemia e per forza di cose sono stato a casa. Ho fatto la richiesta dello studentato per il terzo anno di triennale e sono entrato al De Lollis. Quando mi sono laureato ho lasciato l'alloggio, e ho fatto nuovamente domanda per il primo anno di magistrale. Sono risultato idoneo ma non beneficiario". Mario ha quindi diritto a quel posto, ma non ne può usufruire. E ha ricominciato a fare il pendolare da Frosinone: passa sui mezzi almeno tre ore al giorno, se non di più in caso di ritardi o cancellazioni.

"Questo tempo non lo potrò recuperare. Tutti i giorni tocca alzarsi molto presto, e quando arrivo a casa non riesco a studiare, uscire con gli amici, fare attività fisica. La stanchezza si accumula, perché poi quel tempo diventa sei mesi, un anno e alla fine dell'anno accademico questo pesa anche sugli esami".

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