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A Roma c’è uno studentato vuoto: “Intanto c’è chi rinuncia all’università per il caro affitti”

A Valco San Paolo c’è uno studentato con 200 posti letto finito da oltre un anno e mezzo, ma rimasto vuoto. E c’è chi rinuncia all’università. Si estende anche a Roma la protesta degli studenti contro il caro affitti.
A cura di Carmen Baffi
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Dopo Ilaria Lamera, la studentessa del Politecnico di Milano che ha deciso di montare una tenda nel prato dell'ateneo per protestare contro il caro affitti, anche gli studenti della Sapienza hanno fatto lo stesso. E da quattro giorni, vivono nel piazzale antistante il Rettorato, ai piedi dell'iconica statua della Minerva.

Gli studenti lamentano non solo dei canoni di affitto troppo elevati per garantire il diritto allo studio su Roma, ma anche la mancanza di sostegni sufficienti per gli studenti, che non hanno i mezzi necessari per affrontare gli studi lontani dalla propria residenza.

La Regione Lazio, l'Ente per il Diritto all Studio (DiSco) e le università della Capitale dispongono di oltre 2.500 posti alloggio convenzionati. Troppo pochi, se si pensa che solo La Sapienza conta 30mila studenti fuorisede. A numero limitato di posti letto si sommano i ritardi nell'assegnazione delle stanze agli studenti in graduatoria e le pessime condizioni in cui le case degli studenti vertono.

Non solo, a Valco San Paolo c'è uno studentato con 200 posti letto finito da oltre un anno e mezzo, ma rimasto vuoto. A novembre 2021 si era tenuta la cerimonia di inaugurazione, alla quale era presente anche l'allora presidente Nicola Zingaretti. Dopo pochi mesi, però, come racconta Giulio Nevi, coordinatore di Primavera degli studenti del Centro Italia, "i lavori si sono interrotti, e lo studentato è rimasto chiuso a causa della mancata attivazione delle utenze (luce e gas). Solo da qualche settimana gli operai sono tornati qui a lavorare", spiega lo studente.

"Qui ci sono 200 posti letto, sono comunque pochi, ma in vista dell'apertura di nuove facoltà a Roma Tre, il prossimo ottobre, ci auspichiamo venga aperto a studenti e studentesse come ci è stato detto. Anche perché questo studentato potrà ospitare anche studenti di altre università, quindi è necessario per garantire il diritto allo studio", conclude Nevi.

Un problema nel problema

Il caro affitti denunciato dagli studenti di tutta Italia, a più riprese, nel corso del 2022 e del 2023, rientra in un quadro più ampio. Stando a quanto spiegato da Sarah Gainsforth, infatti,  "stiamo vedendo, oggi, a un aumento della domanda di affitto in tutta Italia, tanto che i dati Istat ci dicono che la percentuale di famiglie proprietarie è diminuita del 10 per cento negli ultimi dieci anni. Si è scesi a un 70 per cento, di cui la maggior parte ha già finito di pagare il mutuo, solo il 12 per cento lo sta ancora pagando. Mentre le famiglie che pagano un affitto sono quasi il doppio, il 20 per cento. Questi dati danno l'idea di un cambiamento che la classe politica non sta recependo, che è rimasta ferma agli anni Novanta", afferma la ricercatrice.

Ma da cosa dipende questo aumento della domanda di affitto? "Sostanzialmente da una trasformazione del mondo del lavoro", spiega Gainforth, "e dunque per un minore accesso al credito, non tutti hanno garanzia per fare mutuo e deriva anche dopo la pandemia si ha meno potere di acquisto. Con la pandemia c'è stato un picco delle compravendite e questo ha fatto aumentare i prezzi, quando i tassi erano ancora bassi. Poi, quando nel 2022 i tassi e l'inflazione sono aumentati e questo ha prodotto uno spostamento di una fascia di popolazione esclusa dalla proprietà sul mercato dell'affitto".

Questo spostamento di popolazioni, prosegue Gainsforth, ha portato a una crescita di competizione con la popolazione studentesca: "Le stanze destinate agli studenti costano sempre di più e ci sono sempre meno case". L'unica soluzione, dunque, è fare richiesta di posto alloggio tramite gli Enti per il Diritto allo Studio, ma i posti sono troppo pochi e non riescono ad accogliere tutti gli studenti, tra fuorisede e pendolari.

"Nell'ultimo anno è esploso, inoltre, il fenomeno degli affitti brevi ai turisti. Addirittura, i proprietari che hanno fatto lavori di ristrutturazione con il 110 per cento non accetta di locare a studenti per paura che la proprietà possa essere svalutata", aggiunge ancora Gainsforth. o addirittura li tengono vuoti, perché i proprietari temono che locarle a studenti possa svalutarle.

Un fenomeno in costante crescita negli ultimi anni è inoltre quello di ricorrere a piattaforme di intermediazione per trovare una stanza o un appartamento in affitto. Le piattaforme mediano tra proprietari e locatari, garantendo un'entrata fissa e sicura ogni mese ai primi. "Il problema è che la mediazione porta ad aumentare il prezzo di affitto, perché le piattaforme devono avere un guadagno, non solo garantire l'entrata ai proprietari", dice Gainsforth. "A partire da questi aumenti, tutto il mercato ne risente e si adegua", conclude. A pagare sono sempre gli studenti.

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