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Aggiornamenti sul caso Emanuela Orlandi

Orlandi, morto monsignor Morandini: disse che la scomparsa di Emanuela era una “falla” fra Stato e Chiesa

È morto Monsignor Morandini: poteva essere una delle persone informate sulla scomparsa di Emanuela Orlandi. Al padre Ercole disse che fra la presidenza del Consiglio e il Vaticano c’era stato l’invito a non aprire “una falla che difficilmente si sarebbe chiusa”.
A cura di Beatrice Tominic
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Monsignor Morandini a sinistra e Pietro Orlandi a destra.
Monsignor Morandini a sinistra e Pietro Orlandi a destra.
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Aveva 87 anni ed è morto ieri, lunedì 21 ottobre 2024, forse portando con sé nella tomba la verità sul caso della scomparsa di Emanuela Orlandi. Si è spento in una rsa di Bienno, diocesi di Brescia, monsignor Giovanni Battista Morandini. Nel corso della sua vita, la sua missione lo ha portato in molti Paesi esteri fino ad essere nominato nunzio apostolico nell'agosto 1983.

Fino a quel momento, invece, dal 1978 al 1983 è stato collaboratore nel Consiglio per gli Affari pubblici della Chiesa. Una data spartiacque quella dell'estate 1983 per il Vaticano e la capitale, con la scomparsa, il 22 giugno, di Emanuela Orlandi. È stato proprio lui, monsignor Morandini, a rivolgersi al padre di Emanuela accennando ad alcuni rapporti in difficoltà fra Stato Italiano e Santa Sede. "È per questo che avevo chiesto alla commissione bicamerale d'inchiesta di ascoltarlo".

Pietro Orlandi: "Avevo chiesto alla commissione bicamerale di ascoltare monsignor Morandini"

Avere chiarezza sulle parole di monsignor Morandini avrebbe potuto portare alla verità? Non lo sapremo mai. Ciò che è certo è che il religioso si rivolse al padre di Emanuela Orlandi con estrema lucidità quando, nell'agosto del 1983, l'anno della scomparsa della quindicenne, disse ad Ercole Orlandi che la scomparsa della ragazzina preoccupava la Santa Sede. Tra la presidenza del Consiglio e il Vaticano ci fu l'invito, riguardo al rapimento di Emanuela, di aprire una "falla che difficilmente si sarebbe richiusa".

Qual è la falla nella Santa Sede con la scomparsa di Emanuela Orlandi

Ad oltre 40 anni dalla scomparsa di Emanuela Orlandi, non si sa ancora a quale "falla" si potesse riferire monsignor Morandini. E, il fatto di non averlo chiamato in commissione bicamerale prima a parlare, forse ci preclude la possibilità di sapere. Ciò che è certo è che, dal 1983, sono molte le piste battute dagli inquirenti e, in alcuni casi, sembra essere evidente il rapporto e il coinvolgimento del Vaticano, sebbene non sia mai stato confermato.

Emanuela Orlandi a Londra e il volo segreto

Prima fra tutte, la pista inglese, di cui resta convinto Pietro Orlandi, secondo cui la sorella Emanuela una volta rapita sarebbe stata portata prima a Civitavecchia, poi in Sardegna e, infine, con un volo fornito dai servizi segreti, da Ciampino a Londra. Che la falla potesse riferirsi alla possibilità di non fornire i volo da parte del Ministero della Difesa?

A raccontarlo al fratello della quindicenne un testimone che all'epoca avrebbe lavorato al ministero, alla segreteria di Spadolini. "Le coincidenze sono troppe – ha dichiarato su questo punto Pietro Orlandi – Anche il rapporto di Spadolini e il Vaticano, era amico di Giovanni Paolo II".

L'ennesima possibilità di sapere di più sul caso convocando Morandini è andata perduta. Non ci è dato sapere cosa volesse dire al padre di Emanuela parlando di quella "falla". E, forse, non lo sapremo mai.

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