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Avvocata passa documenti segreti al clan: Camilla Marianera resta in carcere, respinti i domiciliari

Il Tribunale del Riesame non ha accolto la richiesta dell’avvocato di Camilla Marianera per i domiciliari. La praticante avvocata accusata di corruzione in atti d’ufficio resta in carcere.
A cura di Alessia Rabbai
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Camilla Marianera resta in carcere così come il suo compagno Jacopo De Vivo. Come riporta Il Messaggero il Tribunale del Riesame di Roma non ha infatti accolto la richiesta dei domiciliari avanzata dall'avvocato della difesa Marco Marronaro. Il compagno invece non l'ha fatta. L'accusa è di corruzione in atti giudiziari. La praticante avvocata, con un contratto di 48mila euro all'anno con il Campidoglio come delegata dell'assessore alle Pari Opportunità Monica Lucarelli e che partecipava agli incontri sulla Sicurezza, avrebbe ottenuto informazioni riservate e documenti coperti da segreto dando in cambio denaro, per poi passarli al clan Casamonica.

Nell'inchiesta aperta dalla Procura della Repubblica di Roma ci sarebbero i nomi di cinque funzionari delle cancellerie della Sorveglianza e della Corte d'Assise d'Appello che sono indagati. Due di loro in via precauzionale sono stati trasferiti in altri uffici, oppure gli sono stati affidati incarichi meno delicati. Ancora da individuare invece la ‘talpa' di Piazzale Clodio, ossia proprio la persona addetta all'ufficio intercettazioni, che avrebbe materialmente passato i documenti a Marianera.

L'avvocata chiedeva documenti segreti in cambio di soldi

Secondo quanto emerso in sede d'indagine Camilla Marianera insieme al compagno avrebbero fornito informazioni e documenti coperti da segreto al clan dei Casamonica. Giri di documenti e di soldi che sarebbero avvenuti dal 2021 al dicembre del 2022. Per l'accusa avrebbero cifre che ammontavano tra i 300 e i 700 euro a un pubblico ufficiale, di cui al momento non si conosce l'identità, che lavorava nell'ufficio intercettazioni. Il ruolo che rivestiva era dunque molto delicato, perché maneggiava carte riservate, con informazioni che non potevano essere divulgate, sia per ragioni di segretezza ma anche di sicurezza.

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