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Arriva in ospedale con dolori fortissimi e scopre un raro tumore, il chirurgo: “Intervento delicatissimo”

Sono stati il dottor Angelo Serao e il chirurgo James Casella a operare il ragazzo di 18 anni arrivati all’ospedale dei Castelli con forti dolori addominali e a cui è stato diagnosticato un tumore rarissimo, un paraganglioma extrasurrenalico, neoplasia di origine neuroendocrina. Figlio di Giucas Casella, James Casella ha lavorato per anni al San Camillo prima di scegliere di trasferirsi all’ospedale dei Castelli.
A cura di Enrico Tata
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Immagine di repertorio
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"Il tumore, un paraganglioma extrasurrenalico, neoplasia di origine neuroendocrina, era attaccato all'aorta, una zona delicata. Basta un errore di meno di un millimetro e non si può più tornare indietro, con il rischio di rompere il più grosso vaso sanguigno che abbiamo nel nostro organismo. Un intervento delicatissimo, tecnicamente difficile, che è durato diverse ore". Così ai microfoni di Fanpage.it il dottor James Casella, chirurgo presso l'ospedale dei Castelli di Ariccia, provincia di Roma.

A operare il ragazzo di 18 anni arrivato al pronto soccorso con forti dolori e a cui è stato diagnosticato un tumore rarissimo sono stati il dottor Angelo Serao, il primario, e proprio Casella: "Il paziente è arrivato in ospedale con cefalea e forti dolori alla pancia, ma soprattutto irradiato alla schiena. Questo perché l'aorta si trova in zona retroperitoneale, cioè dietro all'intestino e per questo, quindi, aveva anche dolore a livello della colonna e della schiena, quasi a mimare una colica renale", ha spiegato il dottor Casella.

Figlio di Giucas Casella, ha lavorato per anni al San Camillo prima di scegliere di trasferirsi all'ospedale dei Castelli: "Ho mollato Roma per seguire il mio maestro, il professor Serao. L'ospedale dei Castelli, si diceva, è una cattedrale nel deserto, ma i numeri sono ormai da grande ospedale, operiamo tumori del colon retto, tumori del pancreas e dello stomaco. E lo scorso anno, esempio, abbiamo fatto 560 urgenze, che è un numero enorme. Era un salto nel vuoto per me, ma ho scommesso tutto su questo ospedale. La vita dei chirurghi è particolare, fatta di sacrifici, di schiaffi in faccia e cose meravigliose, ma sono felice della mia scelta".

"Ci tengo a sottolineare – ha spiegato ancora il medico – che questo intervento è riuscito grazie al coinvolgimento di moltissimi specialisti dell'ospedale. In questa storia la cosa bella è che tutti hanno messo del loro, dal pronto soccorso ai radiologi, dagli anestesisti agli urologi fino ai chirurghi vascolari come noi. Questo approccio multidisciplinare ha fatto sì che l'intervento sia riuscito nel migliore dei modi. Permettetemi anche di aggiungere che abbiamo cercato in tutti i modi per far sentire il giovane paziente come se fosse a casa sua, per cercare di rendere meno traumatizzante questo intervento. Stiamo parlando di un ragazzo di 18 anni che ha subito un'operazione con un taglio che va dalle costole fino sotto al pube".

"Questo ospedale è giovane ma non più giovanissimo, è diventato un ospedale di buon livello, certamente superiore a molti piccoli ospedali romani come tipologia e complessità di casi trattati. Da noi si affrontano patologie ad alta complessità, come nei più importanti ospedali romani, anche se siamo in periferia", ha spiegato ai microfoni di Fanpage.it il professor Angelo Serao, direttore dell'unità di Chirurgia generale dell'Ospedale dei Castelli.

"Nel caso del ragazzo, si tratta di una patologia molto rara. È stata una sfida, ci siamo confrontati con tutti gli specialisti per poter fare una valutazione e procedere. Questo ospedale ha una completezza di specialità adatta a fare una valutazione anche in casi complessi e delicati come quello del 18enne. E questo ci ha permesso di affrontarlo nel miglior modo possibile", ha spiegato ancora Serao. "I genitori si sono affidati subito a noi, hanno capito evidentemente fin da subito qual era il nostro approccio in termini di rapporto con il paziente e in termini di capacità professionali. Si sono affidati a noi senza alcuna remora e li ringrazio".

Ha aggiunto il dottor Casella: "Al territorio dobbiamo fare sapere che qua abbiamo tutte le specialità e c'è la possibilità di trattare il paziente dalla A alla Z. Fino a qualche anno fa i pazienti erano abituati ad andare a Roma, ma adesso cominciano a ricrederci. Parlando con la mamma del ragazzo le ho detto, parlando come se si trattasse di mio figlio: ‘Abbiamo tutte le strutture, stia tranquilla, qui abbiamo tutte le armi per poter fare questo intervento". 

Adesso, ha spiegato il dottor Serao, il ragazzo "dovrà fare dei controlli. L'asportazione è stata radicale, non è rimasto alcun tessuto tumorale residuo, ma essendo una patologia rara non è escluso che non possa ricomparire altrove, quindi i controlli dovrà farli senz'altro". 

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