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Accusata di abusi sessuali perché faceva “giochi speciali” con la nipote di 5 anni, nonna assolta

Una nonna di Terracina (Latina) era stata accusata di aver abusato sessualmente della sua nipote di 5 anni. La piccola aveva raccontato dei “giochi speciali” che faceva con lei. Dopo due anni, la 53enne è stata assolta perché “il fatto non sussiste”.
A cura di Enrico Spaccini
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Foto di repertorio
Foto di repertorio

Una 53enne di Terracina (in provincia di Latina) è stata assolta dal Tribunale di Latina dall’accusa di presunti abusi sessuali nei confronti della sua nipotina di 5 anni perché “il fatto non sussiste”. La donna, nonna della piccola, era stata raggiunta da un provvedimenti di divieto di avvicinamento nei suoi confronti nel febbraio del 2021. La piccola aveva raccontato di “giochi speciali” che era solita fare con la nonna, ma per il primo collegio penale, presieduto da Gian Luca Soana, non si trattava di abusi.

Le indagini per presunti maltrattamenti in famiglia

Le indagini erano scattate più di due anni fa per presunti maltrattamenti in famiglia. Gli agenti del commissariato di Terracina, coordinati dal sostituto procuratore di Latina Martina Taglione, aveva iniziato a investigare perché si sospettava che il padre della piccola maltrattasse la sua compagna, nonché madre della bambina.

Quando, però, gli inquirenti hanno domandato alla bimba se avesse mai assistito a episodi di violenza domestica, sono emersi racconti che li hanno portati a ipotizzare presunti abusi sessuali da parte della nonna dei quali lei sarebbe stata vittima.

Assolta perché "il fatto non sussiste"

La 53enne ha sempre negato ogni accusa, tuttavia, vista la gravità delle accuse, a febbraio del 2021 era stata raggiunta da un provvedimento di divieto di avvicinamento alla bambina. Al termine delle indagini, il pubblico ministero aveva chiesto per lei una condanna a 8 anni di reclusione.

Al termine di una camera di consiglio durata oltre un'ora e mezza, però, i giudici del primo collegio penale hanno deciso di assolvere l’imputata perché “il fatto non sussiste”, accogliendo così la richiesta della difesa.

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