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Renzi: “Ci saranno modifiche su Senato e Italicum, ma riforme entro l’estate”

La nuova road map del premier dopo le elezioni: da chiarire subito il caso Expo, con l’attribuzione dei poteri a Cantone. Poi aperture alle modifiche su legge elettorale e riforma del Senato. Poi Jobs Act e novità su riforma P.A.
A cura di Biagio Chiariello
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Archiviata la vittoria alle elezioni europee, il premier Matteo Renzi vuole dare un'accelerata alla fase due del suo programma. Ma non esclude modifiche a quelle che ha sempre considerato le sue due riforme ‘principe’, legge elettorale e abolizione del Senato: "Prima dell'estate non è uno slogan. Per approvare davvero quelle leggi – avrebbe detto ai suoi il presidente del consiglio, in un’intervista a Repubblica – sono pronto ad accettare modifiche. Sia sul Senato sia sull'Italicum. Ne discutiamo ma poi si vota. Anche perché sono sicuro che Berlusconi non si tirerà indietro". Ma in dirittura di arrivo c’è anche il dl di riforma della Pubblica amministrazione. Il ministro Marianna Madia ha portato a Palazzo Chigi le mail con le proposte arrivate da dipendenti pubblici e cittadini. E ora si ragionerà sulla base di quelle più interessanti, anche perché mancano due settimane al 13 giugno, data fissata da Renzi per l’approvazione nel Consiglio dei ministri. E ancora da approvare c’è anche il Jobs act, la revisione completa e strutturale del mercato del lavoro, da affiancare al decreto Poletti.

Renzi: Caso Expo, a Cantone i poteri anti-corruzione

Altro punto fermo del Governo è il conferimento nel più breve tempo possibile dell’incarico di vigilanza sulla trasparenza e gli appalti dell'Expo a Raffaele Cantone. Forse già nel Consiglio dei ministri di domani 30 maggio. Secondo quanto scrive Repubblica, Renzi avrebbe ribadito l'interesse dell’esecutivo ad “ampliare le competenze dell'anticorruzione”. In tal senso, dovrebbero esserci nuovi nomi a completare la squadra dell’Autorità nazionale. L’obiettivo è creare una struttura che faccia da centro di controllo degli appalti in tutto il Paese, con la possibilità di imporre chiare regole di trasparenza e di sanzione nel caso in cui le prime vengano ignorate o violate. Secondo Repubblica, Cantone dovrebbe avere il compito di verifica sui bandi di gara con l’obiettivo di provare eventuali anomalie nelle aggiudicazioni. Quanto agli appalti già assegnati, Cantone avrà un ulteriore potere di controllo specifico per capire se, nel corso dell’opera, non ci siano state maggiorazioni di spesa o modifiche immotivate.

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