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Opinioni

Renzi apre con Descalzi la stagione delle nomine

A mercati chiusi arriveranno le prime nomine dell’era Renzi: si partirà dal Cda di Eni, alla cui guida dovrebbe salire Claudio Descalzi, prime di oltre 600 nomine che interesseranno altri importanti gruppi come Enel, Terna e Poste Italiane.
A cura di Luca Spoldi
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Ancora qualche ora e la stagione renziana delle nomine si aprirà, con la designazione dei nuovi vertici delle aziende a partecipazione statale, da Eni ad Enel, dalle Poste a Finmeccanica, mentre anche in Trenitalia o in Terna potrebbero esserci novità dell’ultimo momento. Coi galloni di amministratore delegato, alla guida di Eni, colosso petrolifero italiano che sotto Paolo Scaroni ha negli anni rafforzato sensibilmente i legami con la Russia, dovrebbe in particolare arrivare Claudio Descalzi, classe 1955, dal luglio 2008 Chief operating officer (direttore operativo) della divisione Esplorazione e Produzione, come dire il manager che ha in mano oltre il 90% del business del cane a sei zampe.

Se nel ruolo di amministratore delegato verrà chiamato Descalzi per alcuni si tratterebbe di una sorta di “second best” di eccellenza dopo il “cortese rifiuto” che avrebbe apposto Lorenzo Simonelli, manager quarantenne nominato nell’ottobre dello scorso anno presidente e amministratore delegato di General Electric Oil and Gas, divisione che nel 2013 ha fatturato 17 miliardi di dollari registrando un utile di 2,1 miliardi e cresce al ritmo del 10%-12% all’anno. Diversa la chiave di lettura di altri commentatori, per i quali si tratterebbe piuttosto, vista l’ampiamente acclarata competenza di Descalzi (entrato in Eni dal 1981 come ingegnere di giacimento e diventato nel 2005 vice direttore generale di tutto il gruppo), di una nomina nel senso di un passaggio di consegne il più possibile “indolore”, visto che il manager è considerato uno “scaroniano”.

In ogni caso quella di Eni sarà la prima ed una delle più importanti di 630 nomine (riferite a 49 consigli d’amministrazione e 60 collegi sindacali) che il governo Renzi sarà chiamato ad effettuare da qui a fine giugno ed anzi giunge in leggero ritardo rispetto alle previsioni, dato che l’assemblea che ratificherà il nuovo Cda di Eni è in calendario per l’8 maggio e che liste dei candidati che gli azionisti (in questo caso il Tesoro) devono presentare vanno depositate almeno 25 giorni prima dell’assemblea, ragion per cui molti si aspettavano che la nomina potesse essere annunciata già giovedì o venerdì scorso. Uno slittamento dei tempi che potrebbe dipendere dalla necessità di risolvere anche la partita per la presidenza di Eni.

Fattosi da parte Giuseppe Recchi, capolista e candidato presidente per Telco del nuovo Cda di Telecom Italia (l’assemblea dei soci si riunirà dopodomani per la nomina dei nuovi vertici), per la successione si sono fatti i nomi di Franco Bernabè (che ha già guidato il cane a sei zampe nella stagione della privatizzazione, ma che con oltre 8,2 milioni di euro  guadagnati anche grazie alla liquidazione da Telecom Italia è risultato il manager italiano più pagato nel 2013, il che potrebbe cozzare contro il tentativo di limitare gli stipendi dei grandi manager pubblici promosso almeno a parole da Renzi) e di Leonardo Maugeri (uscito dall’Eni nel 2011 dopo un dissidio con Scaroni).

Il nome di Maugeri, considerato il più “filo americano tra i possibili candidati data la competenza nello shale gas (come lo stesso Descalzi) e i solidi rapporti con la comunità degli affari Usa, paese in cui  ha vissuto e lavorato come analista per alcuni anni prima di ritornarvi dopo la sua uscita da Eni come docente dell’università di Harvard, è circolato anche come possibile successore dello stesso Scaroni, ma il “ticket” Descalzi-Maugeri sembrerebbe più poter godere di maggior supporto anche a livello internazionale. Non sfugge ai più attenti osservatori che mentre l’attuale numero uno di Eni ha finito col legare il cane a sei zampe quasi esclusivamente alla Russia, Descalzi si è sempre occupato maggiormente di Medio Oriente ed Africa, un continente ai cui giacimenti guarda da tempo con attenzione la Cina (paese con cui anche la divisione Esplorazione e Produzione di Eni ha avviato progetti nel 2010 proprio sotto la guida di Descalzi).

Così l’uscita di scena di Scaroni, manager da 4,5 milioni di euro l’anno che secondo le voci fino all’ultimo avrebbe comunque tentato di ritagliarsi un ruolo (quello di presidente), cercando in qualche modo di prendere le distanze dal suo supporter politico storico, Silvio Berlusconi, l’Eni potrebbe dunque inaugurare una stagione di riequilibrio e ricomposizione dei propri investimenti e delle proprie alleanze strategiche, aprendo maggiormente agli Stati Uniti e alla Cina. Alla partita Eni è poi legato il futuro della controllata (al 43%) Saipem, per la quale da tempo si parla di possibile cessione di attività o integrazione con altri gruppi e che intanto è tornata a raccogliere pesanti commesse  dal Congo all’Indonesia dopo la pesante pulizia di portafoglio che lo scorso anno ha portato a ben due “profit warning” con conseguente crollo delle quotazioni del titolo da 34,25 euro di inizio dicembre 2012 ai 12,45 euro di fine giugno 2013 prima che le quotazioni lentamente risalissero ai 15 euro a fine 2013.

Da inizio anno il titolo ha poi recuperato ulteriormente terreno risalendo agli attuali 18 euro a titolo, segnando un incremento del 14% contro il +4% scarso messo a segno sempre da inizio 2014 da Eni: l’attenzione del mercato è dunque molto forte in vista di una stagione di nomine che potrebbe cambiare rapidamente la strategia e il futuro di importanti pezzi dell’economia italiana. Nelle prossime ore si capirà se Renzi e Delrio saranno riusciti a trovare il bandolo della matassa e se per l’economia italiana la “luce in fondo al tunnel” potrà essere un poco meno distante, o se dovrà passare ancora qualche nottata.

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Luca Spoldi nasce ad Alessandria nel 1967. Dopo la laurea in Bocconi è stato analista finanziario (è socio Aiaf dal 1998) e gestore di fondi comuni e gestioni patrimoniali a Milano e Napoli. Nel 2002 ha vinto il Premio Marrama per i risultati ottenuti dalla sua società, 6 In Rete Consulting. Autore di articoli e pubblicazioni economiche, è stato docente di Economia e Organizzazione al Politecnico di Napoli dal 2002 al 2009. Appassionato del web2.0 ha fondato e dirige il sito www.mondivirtuali.it.
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