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Referendum il 12 giugno 2011: no all’election day

Il Ministro dell’Interno Roberto Maroni fa sapere che il referendum su legittimo impedimento, nucleare e privatizzazione dell’acqua non si terrà in concomitanza con le elezioni amministrative. Insorgono le opposizioni.
A cura di Alfonso Biondi
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Il referendum su legittimo impedimento, privatizzazione dell'acqua ed energia nucleare è fissato per sabato 12 e domenica 13 giugno. Quello che è sicuro, quindi, è che referendum ed elezioni amministrative non si terranno negli stessi giorni. A renderlo noto è il Ministro dell'Interno Roberto Maroni che, al termine del Consiglio dei Ministri, ha dichiarato ai cronisti:

Ho comunicato al Consiglio dei ministri la mia volontà di firmare il decreto di indizione dei comizi elettorali affinché le elezioni amministrative si possano svolgere il 15 e 16 maggio per il primo turno, e due settimane dopo i ballottaggi ove necessario. Il referendum invece si svolgerà invece il 12 giugno secondo una tradizione italiana che ha sempre distinto le due date.

Il ministro parla quindi di una "tradizione italiana", tradizione che, però, non avrebbero voluto onorare i comitati promotori del referendum: l'accorpamento delle due date, infatti, avrebbe permesso loro di contare su un maggiore afflusso alle urne da parte degli aventi diritto e di sperare di superare il fatidico quorum. L'accorpamento delle due date, però, non avrebbe portato giovamento solo ai promotori del referendum, ma anche alle casse dello Stato: le opposizioni infatti stimano il costo della "scissione" in una cifra che va dai 300 ai 350 milioni di euro.

Proprio le opposizioni hanno avuto parole dure per questa decisione. Il Partito Democratico, in particolare, fa sapere per bocca di Dario Franceschini che "così buttano dalla finestra 300 milioni di euro, in un momento di grave crisi per le imprese e le famiglie italiane". Non solo. Per Franceschini la "scissione" è stata progettata ad arte affinché non venga raggiunto il quorum e affinché, quindi, gli italiani non possano pronunciarsi in maniera efficace sul legittimo impedimento.

Anche l'Italia dei Valori denuncia l'enorme spreco di soldi pubblici che la decisione comporta. Per Massimo Donadi le parole del Ministro Maroni confermano "la paura dei referendum e l'irresponsabilità di chi, in piena crisi economica, sperpera denaro dei cittadini".

In effetti la posizione che la Lega ha assunto per bocca di Maroni sembra essere un po' in controtendenza con la politica del risparmio sbandierata dal Carroccio che, anche in occasione del 17 marzo, proponeva di lavorare festeggiando per non sprecare risorse. Ma si sa, che quando ti sta a cuore una cosa non badi certo a spese…

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