8 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Processo Concordia, la testimone in lacrime: “Dovetti mentire ai passeggeri”

L’assistente che diede l’annuncio ai passeggeri: “Urlavano e volevano le scialuppe, ma noi non avevamo il permesso per farli salire”
A cura di B. C.
8 CONDIVISIONI
Immagine

"Erano molti agitati e volevano salire tutti sulle scialuppe. Però non avevamo un ordine del comando". Mi fu ordinato di dire ai passeggeri che "era tutto sotto controllo", che "c'era un black out" e che "dovevano tornare nelle cabine". E' il racconto dell'assistente del direttore di crociera della Costa Concordia, la peruviana Jacqueline Elisabeth Abad Quine, in lacrime davanti ai giudici a Grosseto per il processo sul naufragio all'isola del Giglio. La donna nei diversi filmati girati dagli stessi passeggeri radunati nell'area muster station nei drammatici momenti subito dopo lo schianto della nave. "Avevo il compito di calmare i passeggeri e di avviarli all'imbarco", spiega la teste. "Chiamai il mio capo, il direttore di crociera Francesco Raccomandato, che mi rispose: l'equipaggio sta spaventando i passeggeri. Dì all'equipaggio che si deve tornare nelle cabine". Jacqueline dice Jacqueline di "rivivere tutto daccapo" mentre racconta "ed è veramente pesante".

"I passeggeri volevano salire sulle lance, spingevano per andare via, ma noi non avevamo ordine del comando e non potevamo farli salire sulle scialuppe". L'ordine di abbandono della nave, ricorda ancora la testimone, "fu dato dal comandante in seconda Bosio: abbandonare la nave e stare calmi, disse in italiano e inglese". "I passeggeri urlavano, volevano imbarcarsi subito". Sempre Jacqueline "c'erano bambini abbracciati ai genitori, due bimbi si erano persi e col mio staff li cercavamo". "Quando la mia lancia è arrivata, ho visto la nave che si ribaltava, ho avuto tanta paura, io ero salva ma pensavo a chi era a bordo". La testimone ricorda anche, nelle fasi dell'abbandono, di una "zattera gonfiabile che l'equipaggio non apriva perché, mi dicevano, che aspettavano l'ordine del comando, che telefonavano ma non rispondeva nessuno dal ponte di comando".

"Da Schettino, l'ok per dire che c'era stato blackout". Fu l'ex comandante a dare il suo "consenso" al direttore di crociera della Costa Concordia Francesco Raccomandato per dire negli annunci ai passeggeri che sulla Concordia c'era un blackout e che i tecnici lavoravano, quindi di stare calmi. Lo racconta al processo di Grosseto lo stesso Raccomandato, testimoniando in aula: "Potei parlare col comandante e gli dissi ‘Cosa diciamo agli ospiti?'. E lui mi rispose dandomi il consenso a dire che c'era un blackout,che stavamo lavorando e di mantenere la calma". Lo stesso direttore di crociera ha ricordato poi di aver chiamato Schettino per evidenziare che nella "muster station, c'è un po' di caos, la gente vuol salire sulle lance"', quindi "gli chiesi che cosa dovevamo dire agli ospiti della Concordia". "E' così che il comandante mi dette il suo assenso a dare un annuncio per calmare i passeggeri che dettai a voce, in italiano e in inglese, ai miei collaboratori". Il pm ha quindi fatto ascoltare un annuncio che lo stesso Raccomandato fece leggere ai passeggeri: "Vi parlo a nome del comandante, c'è un problema tecnico, elettrico ai generatori della Costa Concordia, c'è stato un blackout, i tecnici stanno lavorando all'inconveniente. Mantenete la calma. La situazione è sotto controllo, vi faremo sapere appena possibile".

8 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views