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Zona rossa, Conte ai pm di Bergamo: “Ho deciso io di non chiudere Alzano e Nembro”

Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, rivendica di aver deciso lui di non istituire la zona rossa ad Alzano Lombardo e Nembro. Ascoltato dai pm di Bergamo, Conte ha sostenuto che “non avrebbe avuto alcun senso chiudere solo i comuni di Alzano e Nembro”. “Non ho nulla da temere, non ho mai temuto l’avviso di garanzia”, afferma oggi Conte.
A cura di Stefano Rizzuti
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La linea del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, è chiara: sulla mancata istituzione della zona rossa di Alzano Lombardo e Nembro ha deciso lui. Conte è stato ascoltato ieri dai pm di Bergamo, come persona informata sui fatti, insieme ai ministri Speranza e Lamorgese. Un colloquio di tre ore in cui Conte ha detto chiaramente: “Ho deciso io. Dopo un’attenta valutazione e ispirandomi al principio di massima precauzione”. Il procuratore aggiunto Maria Teresa Rota è stata a Palazzo Chigi per parlare con Conte e con i due ministri. E ciò che le ha spiegato il presidente del Consiglio è che la decisione di non istituire la zona rossa è dovuta anche al fatto che poco dopo ha deciso di chiudere tutta la Lombardia. In ogni caso, ciò che sottolinea è che la zona rossa poteva essere istituita da lui o anche dalla Regione Lombardia. Ma nessuno dei due ha deciso di farlo.

Conte torna sul tema anche in un colloquio con La Stampa: “Ai pm ho spiegato tutto per filo e per segno. Sono assolutamente tranquillo. Ho chiarito tutto quello che c'era da chiarire, ho illustrato tutti i passaggi di quei terribili giorni in cui combattevamo contro un nemico invisibile. Non ho nulla da temere”. Il presidente del Consiglio ribadisce quanto detto ai pm: “Alla luce del quadro epidemiologico di cui disponevamo in quella prima settimana di marzo, non avrebbe avuto alcun senso chiudere solo i comuni di Alzano e di Nembro”. Il problema, già in quelle ore, era “studiare soluzioni drastiche e immediate per tutta l'Italia. Ed è quello che abbiamo fatto”, afferma ancora Conte. Che aggiunge: “In scienza e coscienza, ed ho la serenità di chi ha sempre concordato ogni passo con il Comitato Tecnico Scientifico”. Motivi per cui il presidente del Consiglio non si aspetta “alcun avviso di garanzia, né l’ho mai temuto”.

Il presidente del Consiglio parla anche degli Stati generali dell’economia, che partiranno oggi, e risponde a chi lo accusa di voler fare una passerella: “Ma quale passerella! Questi non sono gli Stati generali del presidente Conte, io sarò lì insieme ai miei ministri, non per smania di protagonismo, non per parlare ma per ascoltare. Deve essere l'occasione per dare finalmente il colpo di reni, con le grandi riforme che ci mancano da troppi anni. Abbiamo le risorse finanziarie per farlo, abbiamo una cornice europea che ce lo consente”.

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