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Video arresto Battisti, Matteo Salvini: “Pensano di farmi paura? È un altro caso Diciotti”

Salvini ha commentato così l’indagine che lo vede coinvolto insieme al ministro Bonafede: “Ho non so più quante inchieste in corso. Ogni giorno arrivo in ufficio e sembra ‘C’e’ Posta per te’. La settimana scorsa altra indagine perché mi sono permesso di far vedere in video la faccia di quel criminale di Cesare Battisti quando finalmente tornava in Italia dopo 37 anni di vacanza”.
A cura di Annalisa Cangemi
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"Ho non so più quante inchieste in corso. Ogni giorno arrivo in ufficio e sembra ‘C'e' Posta per te'… La settimana scorsa altra indagine perché mi sono permesso di far vedere in video la faccia di quel criminale di Cesare Battisti quando finalmente tornava in Italia dopo 37 anni di vacanza". Matteo Salvini, a margine di un evento elettorale all'Aquila, ha commentato così l'indagine che ha lo ha coinvolto, insieme al ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, per la vicenda del video celebrativo dell'arrivo in Italia dell'ex terrorista Cesare Battisti. L'indagine era stata avviata dopo un esposto che aveva portato all'iscrizione nel registro degli indagati dei due ministri.

"Dopo 37 anni di vacanza non dovevamo farlo vedere in faccia! È un altro caso Diciotti, per il quale sono stato indagato per sequestro di persona con il rischio da 3 a 15 anni di carcere per aver bloccato gli sbarchi di clandestini. Pensano di farmi paura? Hanno trovato la persona sbagliata. Agisco nell'interesse del mio Paese perché anche la Costituzione prevede che difendere i confini e la sicurezza sia un sacro dovere di ogni cittadino".

La notizia dell'indagine che vede coinvolti il ministro degli Interni Matteo Salvini e il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede è stata diffusa dal Giornale, ma il Guardasigilli e il titolare del Viminale ne erano a conoscenza da almeno una settimana. I pm ora chiedono l'archiviazione del caso per mancanza di dolo. L'ipotesi di reato è la mancata tutela della dignità della persona arrestata. La Procura di Roma ha già trasmesso gli atti al Tribunale dei ministri, che però potrebbe anche ribaltare la richiesta dei magistrati.

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