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Università, Conte spiega perché gli studenti al primo anno devono seguire le lezioni in presenza

All’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università Luiss Guido Carli di Roma, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha annunciato una deroga alla didattica a distanza: “Nella consapevolezza di quanto sia decisivo il contatto umano e intellettuale, stare in presenza e guardarsi negli occhi, gli studenti del primo anno avranno la possibilità di seguire in presenza”.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte è intervenuto all'inaugurazione dell'anno accademico dell'Università Luiss Guido Carli di Roma. Conte ha parlato dell'importanza del mondo accademico in questa fase così difficile per il paese, spiegando come nel futuro programma di rilancio dell'Italia la formazione e la ricerca avranno un ruolo fondamentale. Il presidente del Consiglio ha promesso risorse in arrivo dal recovery fund, e di avvicinare il tessuto produttivo alla formazione, per colmare il gap che c'è con gli altri paesi europei. "Avverto la vicinanza di tutta la comunità accademica", ha detto Conte in collegamento da Palazzo Chigi, spendendo belle parole per l'ateneo. "Sono sicuro l'università aiuterà gli studenti in questa fase, anche se privati della condivisione. L'interazione diretta e personale è fondamentale".

Gli studenti universitari al primo anno avranno una deroga per seguire le lezioni in presenza. "Ricordo il mio primo anno alla Sapienza, e il senso di disorientamento", ha raccontato il presidente del Consiglio. Troppo importante l'anno da matricole per seguirlo in didattica a distanza. "Nella consapevolezza di quanto sia decisivo il contatto umano e intellettuale, stare in presenza e guardarsi negli occhi, abbiamo deciso di inserire questa deroga, ma solo per gli studenti del primo anno, perché sono quelli più a rischio dispersione secondo le statistiche", ha spiegato Conte. "Con il contributo e l'impegno di tutti sono certo che sapremo superare ancora una volta le sfide che la pandemia ci mette di fronte – ha continuato –  L'anno che ci aspetta non è semplice".

L'Italia ha bisogno di laureati professionali "con competenze immediatamente spendibili sul mercato del lavoro", ha detto il presidente del Consiglio, per recuperare il "gap che abbiamo rispetto ad alcuni paesi europei". Diversi i progetti annunciati da Conte, tra cui "borse di dottorato dedicate ai programmi dell'industria e del terziario". Poi un passaggio sulle condizioni del paese: "Il governo ha un'attenzione primaria al piano di rilancio e saranno fondamentali la formazione e la ricerca". C'è la consapevolezza che "in Italia l'investimento sulla ricerca sia insufficiente, ma invertiremo questa tendenza grazie alle risorse del recovery fund". Qualcosa è stata fatta ma manca ancora tanto. "Dobbiamo fare di più – ha ammesso il presidente del Consiglio – ma era tempo che le nostre università non ricevevano tante risorse".

Conte ha espresso il suo progetto per le università, articolandolo in quattro punti fondamentali: "Favorire ricerca integrata multidisciplinare e complessa; rafforzare la ricerca di base, che è un tassello fondamentale; promuovere la ricerca, perché gli studiosi devono essere stimolati a dare utilità alle ricerche confrontandosi col tessuto produttivo; e infine avvicinare la ricerca alla formazione, perché il mercato del lavoro pretende competenze sempre aggiornate". È essenziale, secondo il presidente del Consiglio, "rafforzare il rapporto tra mondo delle imprese e delle università".

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