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Un’altra grana per Delmastro: accusato di aver diffamato un magistrato, annullata archiviazione

Riprende in procura a Biella un procedimento giudiziario in cui il sottosegretario Andrea Del Mastro delle Vedove è chiamato in causa per diffamazione ai danni di un magistrato, Quintino Lorelli. In un video il sottosegretario lo definì “Capitan Fracassa della sinistra giudiziaria italiana”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro, che lo scorso 29 novembre è stato rinviato a giudizio per il caso Cospito, dovrà fare i conti anche con un altro procedimento giudiziario che lo riguarda, e che riprende in procura a Biella. In questo deve rispondere per diffamazione ai danni di un magistrato, Quintino Lorelli, procuratore generale della Corte dei Conti per il Piemonte.

La Stampa ha anticipato che la Corte di Cassazione ha annullato l'ordinanza con cui il gip del tribunale biellese aveva disposto l'archiviazione, accogliendo il ricorso della Procura, a fronte di una richiesta dei pm di trasmettere gli atti alla Giunta delle autorizzazioni a procedere della Camera dei Deputati.

L'episodio contestato risale al 2021, quando Delmastro delle Vedove diffuse un video in cui, scagliandosi contro Lorelli, lo definiva "Capitan Fracassa della sinistra giudiziaria italiana" dopo l'apertura di un fascicolo per un presunto danno erariale che riguardava una esponente piemontese di Fratelli d'Italia.

Il procuratore della Corte dei Conti di Torino Quirino Lorelli denunciò Andrea Delmastro per diffamazione. Al centro della vicenda c'era un previsto acquisto di libri da parte dell'allora assessora regionale piemontese all'Istruzione Elena Chiorino sul tema delle foibe (libri poi mai acquistati per via del Covid), acquisto finito sotto la lente della Corte dei Conti, per presunto danno erariale, che poi non trovò riscontri.

Dopo la denuncia di Lorelli, come riportato oggi da La Stampa, il fascicolo era approdato alla procura di Biella coordinata da Teresa Angela Camelio, ma il gip archiviò prima ancora che venisse formulata l'eventuale richiesta di rinvio a giudizio o di archiviazione, ritenendo che le affermazioni di Delmastro fossero insindacabili. La procura però non aveva chiesto l'archiviazione ma aveva invitato il giudice a rivolgersi alla Giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera. Quindi, secondo la Cassazione, il gip "ha esercitato un potere attribuitogli dall'ordinamento ma del tutto al di fuori dei casi consentiti e ha perciò reso un provvedimento abnorme". Le carte sono quindi state trasmesse al tribunale della città piemontese.

La procura, come confermato anche da LaPresse, ha fatto ricorso in Cassazione e il ricorso è stato accolto. Il procedimento dovrebbe dunque finire ora davanti alla Giunta per le Autorizzazioni della Camera, dove si deciderà se concedere o meno l'autorizzazione a procedere.

"Io non ho più saputo nulla di questa vecchia vicenda – ha detto a LaPresse Lorelli, poiché la parte offesa in questo procedimento non ha ricevuto notifica dell'archiviazione – Si trattò di un attacco personale, perciò feci la denuncia ma poi non ho più saputo niente, per me è una vicenda vecchia".

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