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Tutti scontenti per la norma salva Fininvest

La norma salva Fininvest inserita nella manovra finanziaria pare non piacere proprio a nessuno. Dal Csm alla Lega passando per Tremonti.
A cura di Alfonso Biondi
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Governo

La norma salva Fininvest infilata dalla maggioranza nella manovra finanziaria sta alzando un polverone. E non solo tra le file dell'opposizione. Il provvedimento ad aziendam è stato infilato nel decreto da qualche manina circospetta che ha provocato un malumore che potremmo definire generalizzato.

TREMONTI NON NE SAPEVA NULLA- La norma salva Finvest avrebbe colto di sorpresa il Ministro Tremonti che non ne sarebbe stato messo al corrente. Il superministro ha disdetto una conferenza stampa prevista per la mattinata, ufficialmente per il maltempo, ma sotto potrebbe esserci qualcosa di più. Nella conferenza Tremonti avrebbe dovuto parlare dei temi della manovra assieme a  Sacconi, Romani, Brunetta e Calderoli. Probabilmente il Ministro avrà voluto evitare domande imbarazzanti su un provvedimento che non conosceva oppure protestare contro chi ha infilato quella norma nel decreto. Ecco quanto sottolineato da alcune fonti vicine a Tremonti: "L'hanno cucinata loro; i cuochi sono da rintracciare da quella parte, pur essendo chiaro che non ha alcuna coerenza con l'oggetto del decreto".

IL MALCONTENTO DEI LEGHISTI- Anche in casa Lega non mancano i malumori per la norma.  I Ministri Calderoli, Maroni e Bossi hanno fatto notare come la norma in questione non comparisse nel testo da loro ricevuto lo scorso giovedì. E pare proprio che il Carroccio non l'abbia presa tanto bene.

VIETTI DEL CSM: "STRAVOLGEREBBE IL SISTEMA GIUDIZIARIO"- Michele Vietti, vice-presidente del Csm, pone l'accento sul principio di uguaglianza: "Il principio dell'esecutività delle sentenze di secondo grado è un principio generale che vigeva già prima che diventassero provvisoriamente esecutive le sentenze di primo grado. Modificare questo principio significherebbe rischiare di stravolgere il sistema giudiziario e credo che convenga non farlo per non violare il principio di eguaglianza fra i cittadini di fronte alla legge"- ha dichiarato.

IL NO COMMENT DI NAPOLITANO- Giorgio Napolitano, che oggi si trovava al convegno "Europa più democratica", ha preferito non rilasciare dichiarazioni. "Non dico nulla. Sulla manovra, quando sarà il momento, conoscerete le nostre determinazioni" ha tagliato corto il capo dello Stato, stuzzicato da alcuni cronisti che gli chiedevano un commento. La manovra è giunta ieri al Quirinale.

LE PROTESTE DI FAMIGLIA CRISTIANA- Anche la posizione di Famiglia Cristiana è molto ostile non solo alla norma in particolare, ma alla manovra in generale. Nel numero in uscita il settimanale paolino definisce il provvedimento come " non equo" ed osserva che "per essere davvero giusta dovrebbe chiedere a tutti di tirare la cinghia. A cominciare dai politici, cui spetta dare l'esempio. E invece? I tagli agli scandalosi costi dei politici vengono rimandati al futuro".

UPDATE: BERLUSCONI, NORMA GIUSTA MA SIA CANCELLATA- Il Presidente del Consiglio, in una nota diramata in queste ore, ha fatto sapere di voler ritirare la manovra dalla finanziaria, per "sgombrare il campo da ogni polemica", pur continuando a considerarla "giusta e doverosa". "Le opposizioni" procede la nota "hanno promosso una nuova crociata contro questa norma pensando che, tra migliaia di potenziali destinatari, si potrebbe applicare anche a una società del mio gruppo".

L'approvazione della legge sulla sospensione dell'esecutività dei risarcimenti avrebbe evitato alla Fininvest di versare alla Cir di Carlo De Benedetti 750 milioni di euro. Immediate sono state le reazioni del segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, che ha affermato che Berlusconi "ci ha provato, ora noi apriremo bene gli occhi perchè sappiamo con chi abbiamo a che fare. Su tutti i carri in cui mettono i problemi per gli italiani ci deve essere però una soluzione per lui e poi quando viene smascherato fa marcia indietro".

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