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Treviso, 133 migranti positivi al centro accoglienza. Zaia: “Caserma zona rossa, multe per chi esce”

L’ex caserma Serena di Treviso, oggi centro di accoglienza per migranti, è diventata una zona rossa dopo che 133 persone sono risultate positive al coronavirus. “Non capiamo per quale motivo dobbiamo avere in Veneto oltre il 55% dei focolai che vengono da fuori”, ha detto il governatore del Veneto, Luca Zaia, annunciando multe e conseguenze penali per chi dovesse violare la quarantena.
A cura di Annalisa Girardi
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"La caserma rimane zona rossa dal punto di vista sanitario. Il virus non deve uscire": così il governatore del Veneto, il leghista Luca Zaia, è intervenuto sul nuovo picco di contagi registrato nella ex caserma Serena, che oggi funge da centro di accoglienza. Nei giorni scorsi 133 migranti sono infatti risultati positivi al coronavirus, provocando un'impennata di contagi nella Regione. Zaia ha poi aggiunto: "Non capiamo per quale motivo dobbiamo avere in Veneto oltre il 55% dei focolai che vengono da fuori".

Il governatore veneto ha quindi sottolineato che se qualcuno, tra i migranti positivi che si trovano nella ex caserma, violerà la quarantena non rispettando la zona rossa, scatteranno una multa e conseguenze penali. Le forze dell'ordine stanno sorvegliando l'edificio e tra una settimana l'azienda sanitaria effettuerà nuovamente i test. "Abbiamo 5 milioni di veneti che sono stati chiusi in casa per mesi. Non capisco quale sia il problema per 300 persone. Qui si vede se lo Stato esiste o no. Resta inteso che strutture come queste vanno dismesse, questo sistema di ospitalità è fallimentare in tutti i sensi", ha proseguito Zaia.

Quindi la critica alle politiche migratorie: "Sul fronte immigrazione, visti i continui sbarchi a Lampedusa, sottolineiamo che il Veneto non è disponibile ad accogliere a meno che non siano persone che scappano da guerre e morte, da salvare senza se e senza ma. Assistere ad arrivi di imbarcazioni piene di migranti che vengono da Paesi dove non ci sono situazioni di pericolo, ma che hanno deciso semplicemente di venire in Italia, non è assolutamente accettabile".

Va sottolineato, tuttavia, che nessuno dei migranti che vivono nel centro di Treviso è arrivato in seguito agli sbarchi degli ultimi giorni. Molte di queste persone sono in Italia da diversi anni, lavorano e hanno iniziato da tempo un percorso di integrazione. L'ex caserma è stata trasformata in una struttura di accoglienza tra il 2015 e il 2016 ed è gestita da Nova Facility, un'azienda privata che opera anche nella struttura di accoglienza di Lampedusa.

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