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Covid 19

Spostamenti tra Regioni dal 3 giugno: per Lombardia e Piemonte possibile rinvio di due settimane

Gli spostamenti tra Regioni diverse saranno possibili dal 3 giugno. Ma potrebbe esserci qualche differenza sulla base della situazione dei singoli territori. L’ipotesi è quella che l’apertura dei confini regionali venga rinviata di una o due settimane nelle zone più critiche, come Lombardia e Piemonte.
A cura di Stefano Rizzuti
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Dal 3 giugno saranno nuovamente autorizzati gli spostamenti tra Regioni diverse. Ma, forse, non per tutte. La possibilità di limitazioni è prevista già dal decreto sulle riaperture e potrebbe essere applicata ad alcuni singoli territori, dove il contagio sembra essere un po’ meno sotto controllo. Così per qualcuno la fatidica data potrebbe slittare rispetto al 3 giugno. Almeno di una settimana, se non due. Una decisione che il governo potrebbe prendere anche per andare incontro alle richieste di alcuni Regioni, soprattutto del Sud e delle Isole, che non vogliono rischiare un’ondata derivante dagli arrivi da altre Regioni. E c’è anche chi, come Sardegna e Sicilia, minaccia di vietare l’ingresso. Magari a chi proviene da Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia-Romagna: le Regioni con più contagi.

Il rischio è che il continuo calo dei contagi potrebbe non bastare. Perché in alcune zone la situazione è ancora più critica rispetto ad altre. Per questo si potrebbe decidere di ritardare l’apertura dei confini di alcune Regioni. In primis Lombardia e Piemonte, dove si potrebbe rinviare l’apertura dei confini al 17-18 maggio. Ipotesi simile anche per l’Emilia-Romagna, dove la situazione è leggermente migliore. Il rinvio, comunque, dovrebbe essere di non più di due settimane, come anticipa il Corriere della Sera, per permettere ai cittadini liberi spostamenti durante l’estate.

Come e quando si decideranno gli spostamenti tra Regioni

Una decisione da parte del Governo, di concerto con le Regioni, potrebbe arrivare venerdì mattina. Quando verrà presentato l’esito del monitoraggio del ministero della Salute. A ogni Regione viene attribuito un livello di rischio rispetto alla situazione sanitaria, considerando il numero di tamponi effettuati, le persone malate, quelle guarite, i deceduti e anche la tenuta delle strutture sanitarie. Il calcolo si fonderà su due algoritmi. Sulla base del risultato si prenderà la decisione sul 3 giugno. Che arriverà entro questa settimana, come assicura anche la ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti, Paola De Micheli.

Spostamenti tra Regioni, Rt e i 21 indicatori

Gli indicatori che verranno valutati sono 21. E quello ritenuto più importante è l’ormai famoso Rt. Un indice che non piace a tutti e che alcune Regioni contestano, insieme ai criteri di monitoraggio. D’altronde le posizioni e le situazioni sono differenti. Sardegna e Sicilia parlano da qualche giorno dell’ipotesi di istituire una sorta di passaporto sanitario: entra nelle due isole solamente chi è risultato negativo ai test. Ma la patente d’immunità, spiegano gli esperti, non esiste. E allora anche i presidenti delle due Regioni chiedono soluzioni alternative al governo.

Timori sulla libertà di movimento dei turisti vengono espressi anche da Campania e Puglia. E gli indicatori utilizzati per il monitoraggio non bastano, secondo alcune Regioni. Sugli spostamenti si terrà conto soprattutto del numero dei contagi e quindi della circolazione attiva del virus. Ci sarà, quindi, da decidere la riapertura dei confini, che potrebbe essere a macchia di leopardo, ritardando la libertà di spostamento nei territori più colpiti di una o due settimane.

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