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Spending review: Monti pronto a “colpire”, ma i ministeri non ci stanno

Il Presidente del Consiglio vorrebbe ricavare 20-25 miliardi dalla revisione della spesa pubblica. Ma i ministeri non sembrano disposti a subire ulteriori decurtazioni di risorse.
A cura di Alfonso Biondi
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Mario Monti spending review

Tra qualche giorno sarà presentata la prima relazione sulla spending review. Quella della revisione della spesa pubblica rappresenta uno snodo fondamentale per recuperare quattrini preziosi e ridurre il debito del Paese. Le difficoltà, però, non mancano di certo. Venerdì scorso, come riporta un articolo di Antonella Baccaro su Corriere.it, da un incontro sul tema tra il Presidente del Consiglio Mario Monti e il Ministro per i rapporti col Parlamento Pietro Giarda, sarebbero venuti fuori diversi problemi, tra cui le resistenze di molti dicasteri, che non intendono intaccare i propri apparati.

Spesa senza precedenti nella storia della Repubblica- Giarda, incaricato del risanamento, ha innanzitutto posto l'accento sui tagli varati negli scorsi 3 anni, i cui effetti sono previsti nel 2012 e 2013. Parliamo di interventi come il blocco degli stipendi degli statali, la riduzione della spesa sanitaria, la riduzione degli acquisti di beni e servizi, il taglio a programmi di finanziamenti di enti esterni alle amministrazioni pubbliche. Si tratta di tagli che, dal 2009 al 2013, mantengono l'esborso pubblico su livelli pressoché costanti: 727 miliardi di euro (al netto degli interessi). Un livello che, per Giarda, non ha precedenti "nella storia della Repubblica".

Ministeri titubanti- Le difficoltà nelle operazioni di razionalizzazione della spesa pubblica riguardano principalmente i rapporti con i vari dicasteri, contrari a subire altre sforbiciate. I ministeri della Giustizia, dell'Interno, dell'Istruzione, della Difesa e degli Esteri sono stati i primi a presentare dati ed analisi. Da parte loro, però, è arrivato un netto rifiuto a un'altra decurtazione di risorse, già ridotte all'osso. Ma siamo sicuri che le spese non possano essere razionalizzate? Il problema, per Monti, andrebbe però visto da una prospettiva più generale. Per il Presidente del Consiglio è necessario porsi un obiettivo preciso ed ambizioso. Come risparmiare 20-25 miliardi di euro.

Colpire dove si deve- Ecco quindi che diventerebbe necessario cambiare filosofia, colpendo ciò che effettivamente va colpito: la sovrapposizione dei sistemi informatici diversi tra ministeri, comuni, regioni; gli altissimi affitti che le amministrazioni pubbliche pagano, nonostante l'enormità di immobili statali sfitti; gli enti come le Comunità montane, le Autorità di bacino e i Consorzi vari, che non solo spendono fior di quattrini pubblici, ma che spesso ingolfano il procedimento amministrativo. Si potrebbe poi spingere per degli accordi quadro nel settore sanitario, così da uniformare su tutto il territorio nazionale il costo dei beni che vengono acquistati.

Passera: "I costi inutili si possono ridurre"- "Non voglio entrare del merito di singole misure,  ma lo spazio per ridurre costi inutili c'è". A dirlo è il Ministro per lo sviluppo economico Corrado Passera, fiducioso che si possa razionalizzare la spesa pubblica. Il Ministro, poi, ha anche ipotizzato che il Belpaese possa tornare a crescere in tempi brevi: "Si stanno creando tutte le condizioni di base per cui il nostro Paese possa rimettersi a crescere facendo e accelerando sia le riforme, sia l'afflusso di risorse".

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