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Soumahoro, la suocera del deputato ammette: “È vero non abbiamo pagato gli stipendi per 2 anni”

La suocera di Aboubakar Soumahoro ha ammesso quanto le è stato contestato da una ex dipendente della cooperativa da lei gestita: “È vero non le abbiamo pagato gli stipendi per due anni”.
A cura di Annalisa Cangemi
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"È vero non le abbiamo pagato gli stipendi per due anni". La suocera del parlamentare Aboubakar Soumahoro, Marie Terese Mukamitsindo, legale rappresentante della cooperativa Karibu, che risulta indagata per truffa aggravata, false fatturazioni e malversazioni di erogazioni pubbliche nell'ambito dell'inchiesta sulla gestione delle cooperative accusate di sfruttare i migranti, "riconosce quanto rivendicato" da una sua lavoratrice e accetta di pagarle, a rate, il dovuto.

Si tratta di circa 20mila euro relativi a stipendi e tredicesime non versati tra il gennaio 2021 e l'ottobre del 2022, ma anche la tredicesima del 2020 e il tfr relativo al periodo 1 gennaio 2016-31 ottobre scorso. È quanto viene riportato nel verbale di conciliazione dell'Ispettorato del Lavoro di Latina, che stamattina ha ricevuto Mukamitsindo e la lavoratrice, assistita dalla Uiltucs.

Per altri due lavoratori questa volta del Consorzio Aid (l'altra coop nel mirino dell'inchiesta), annota sempre l'ispettorato, "le parti non sono in grado di perfezionare alcun accordo al momento", e sono state rinviate a un nuovo incontro, la cui data però non è stata ancora fissata. Si tratta di Y.K. e M.E.M., anche loro assistiti dalla Uiltucs di Latina.

La scorsa settimana il sindacato aveva spiegato che oggi si sarebbe affrontato anche il caso di "due lavoratori non contrattualizzati". L'incontro di oggi all'ispettorato fa seguito a un precedente incontro del 22 novembre. In quell'occasione si riuscì a raggiungere un accordo di rateizzazione per un'altra lavoratrice, per una somma di circa ottomila euro.

Per la ex dipendente di oggi, S.D.R., invece, la coop non aveva prodotto allora le buste paga, per cui l'incontro era stato rinviato a oggi. Le buste però, dal verbale di stamattina, risultano ora "depositate in atti". Il dibattito, secondo il verbale, è stato "ampio", ma si è concluso con l'"esito positivo del tentativo di conciliazione".

La Karibu dovrà restituire le spettanze alla lavoratrice in tredici rate, di cui la prima – da più di 4.300 euro – entro il 20 dicembre; le altre 12, circa 1700 euro l'una, ogni mese per tutto il 2023. "Anche il mancato pagamento nei termini di una sola rata farà decadere la cooperativa dal beneficio del termine" si legge ancora nel verbale di accordo.

In tutto sono 26 i lavoratori hanno presentato denunce in cui lamentano il mancato pagamento di circa 400mila euro complessivi.  Le dichiarazioni di oggi rese dalla suocera del parlamentare potrebbero finire nel fascicolo di indagine e in particolare nella tranche in cui si contestano alla donna le false fatturazioni: in pratica gli inquirenti stanno cercando di capire da quando sono iniziati i mancati pagamenti dei dipendenti e, conseguentemente, anomalie nel versamento di contributi e imposte. Illeciti contabili che potrebbero avere drogato i bilanci delle due strutture. La sola coop Karibu avrebbe un debito con l'Erario di circa un milione di euro.

Intanto ieri Soumahoro è intervenuto per smentire le dichiarazioni fatte da Mamadou Balde, ex attivista della Lega Braccianti, nel corso di una intervista a Striscia la Notizie. Già a settembre Fanpage.it aveva raccolto le denunce della Lega Braccianti.

Balde, ex socio del deputato, ha affermato che durante il Covid è stata avanzata richiesta per l'assegno del reddito d'emergenza. "Soumahoro ci ha detto di fare tutti domanda dal nostro patronato – ha raccontato – e l'accordo con lui era che 25 euro sarebbero andati al patronato e 25 euro a noi braccianti. Abbiamo fatto più di 600 domande, peccato che quando i soldi sono arrivati e abbiamo chiesto la nostra parte, Soumahoro ha cambiato faccia e ci ha ignorato. Ci ha sfruttato, ha utilizzato noi migranti per fare carriera". Il parlamentare però ha negato tutto, sostenendo che si tratta di una ricostruzione "non veritiera".

Per i vertici di Sinistra italiana ed Europa Verde, che lo hanno candidato alle ultime elezioni, la vicenda presenta ancora punti oscuri: "Siamo di fronte certamente a storia non bella – ha commentato Nicola Fratoianni, leader di Si – C'è una dimensione che riguarda la magistratura che andrà avanti e per la quale ovviamente abbiamo il massimo rispetto, ma rispetto alla quale ci auguriamo che con celerità si faccia chiarezza per l'interesse di tutte le persone coinvolte. Per il resto c'è una dimensione politica, la vedremo nel suo sviluppo". 

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