Sondaggi politici, gli italiani dicono ‘no’ alle larghe intese e al governo istituzionale
A più di 45 giorni dal voto del 4 marzo il caos regna ancora sovrano e la formazione di un governo sembra un’ipotesi lontana. A confermare questa impressione sono anche le percezioni degli italiani: solo uno su due crede che si formerà il governo, più di metà pensa che comunque un eventuale esecutivo non durerebbe a lungo e in moltissimi sono contrari all’idea di un governo di larghe intese o istituzionale. Allo stesso tempo, gli elettori sostengono che i leader politici dovrebbero fare qualche sforzo in più per sbloccare le trattative: richiesta che viene mossa soprattutto nei confronti di Luigi Di Maio e Matteo Salvini. Le opinioni degli italiani vengono fuori da due diversi sondaggi, commissionati da Sky Tg24 all’Istituto Piepoli e da Carta Bianca a Emg Acqua.
L’Istituto Piepoli chiede agli italiani se credono che si possa formare un governo o se, secondo loro, l’ipotesi più probabile è quella di un ritorno al voto. Per il 49% degli intervistati si riuscirà a trovare un accordo e far partire così l’esecutivo, mentre il 44% già vede vicino il ritorno alle urne. Il restante 7% non ha un’opinione in merito. Ben il 60% degli intervistati, invece, crede che in caso di formazione del governo, questo non durerà fino a fine legislatura (lo pensa il 60% degli elettori). Solo il 24% degli intervistati crede che un governo avrebbe molte e abbastanza probabilità di durare cinque anni. Altro punto su cui gran parte degli italiani è d’accordo riguarda il gradimento per un eventuale governo di larghe intese. Il 51% degli intervistati è contrario a questa ipotesi, mentre il 40% si dice favorevole. Senza una precisa opinione il 9% del campione.
Nel sondaggio di Emg Acqua realizzato per la Rai si parte da una domanda simile, riguardante il gradimento per un governo di alto profilo istituzionale: il 43,3% degli intervistati non è favorevole a questa ipotesi, mentre solo il 24,1% sarebbe d’accordo. Un terzo degli intervistati non ha invece una chiara opinione in merito. Emg chiede agli intervistati un parere su quanto detto da Alessandro Di Battista: l’ex deputato del M5s ha definito Silvio Berlusconi il “male assoluto”. Su questa definizione sono molto d’accordo il 50,6% degli intervistati; abbastanza d’accordo il 28,1%; poco d’accordo il 10,6% e per nulla solo il 2%.
Agli intervistati viene anche chiesto un parere sulla attuale situazione di stallo e, in particolare, chi dovrebbe fare uno sforzo maggiore per risolvere la situazione. Secondo il 20,3% del campione a dover fare qualcosa di più è Luigi Di Maio. Poi troviamo Matteo Salvini, al 16,9% e Silvio Berlusconi al 13,6%. Solo l’8,6% crede che sia il Pd a dover fare un passo in avanti. Il 40% degli intervistati preferisce però non esprimersi sulla questione. Infine, un parere viene chiesto anche sull’azione militare di Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna in Siria: contrario a quanto avvenuto il 63,5% degli intervistati. Favorevole solo il 20,6%.