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Scuola, il ministro Valditara emanerà una circolare per impedire l’uso dei cellulari in classe

Il ministro dell’Istruzione e del Merito Valditara annuncia una circolare per impedire l’uso dei cellulari in classe.
A cura di Annalisa Cangemi
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Il ministro dell'Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, intervistato nella puntata di a Porta a Porta che andrà in onda questa sera, torna sulla questione dei cellulari in classe, sui quali vuole intervenire con una stretta, vietando ad alunni e docenti di tenerli nell'aula mentre si fa lezione. Il titolare di Viale Trastevere ha annunciato che emanerà una circolare ad hoc.

"Penso di intervenire sulla vicenda dei cellulari in classe una circolare, vedremo se fare altre iniziative. Già una circolare del ministro Fioroni aveva vietato i cellulari nelle classi, 15 anni fa, autorizzando sanzioni, a cui non sono favorevole, nei confronti di chi li usava in aula. La ministra Fedeli invece approvò una sorta di decalogo che liberalizzava i cellulari ma poi non divenne operativa. Quindi è in vigore la norma di Fioroni. Io interverrò con una circolare ma sono contrario alle sanzioni. Io penso che in classe si va per studiare non per chattare: nelle scuole italiane si devono prevedere misure adatte perché si rispettino quello che è previsto dalle norme, evitare chi in classe si faccia altro", ha detto nell'intervista il ministro Valditara.

"Fioroni prevede punizioni per chi trovato con il cellulare ma si tratta di fare come si fa al cinema, quando si va in classe il cellulare non lo si può usare, io chiedo solo questo. È un problema di civiltà e di considerare la scuola una cosa seria, dove ci sia rispetto per gli insegnanti, gli altri compagni e verso i beni pubblici, che sembra scontato ma sono soldi nostri. Poi è la collettività che mette i soldi per riparare i danni". 

La misura era stata già anticipata dal ministro nelle scorse settimane: "Io dico che non si deve entrare in classe con il cellulare. Lo si può lasciare all’ingresso o comunque fuori dalla lezione: a scuola si va per studiare non per chattare".

Il ministro ripropone i lavori socialmente utili per i bulli

Valditara ha rilanciato la sua proposta per rieducare gli studenti ‘bulli' che sono protagonisti di episodi di violenza, fisica e verbale: "Il bullismo è una persecuzione sistematica, quasi il 25% dei ragazzi ha subìto episodi di bullismo con una diminuzione, secondo degli studi, addirittura di attesa di vita, depressione ed abbandono scolastico. Non possiamo rimanere inerti. Ho proposto l'utilizzo dei lavori socialmente utili che sono già previsti nello Statuto degli studenti del 1978 ma non sono molto usati. Credo sia necessario, il ragazzo deve concepire che il suo ego ha dei limiti, lavorando per la collettività deve rendersi conto che è inserito in una dinamica sociale, non può essere lasciato solo con il suo ego ipertrofico". 

"Se sospendiamo un ragazzo lo perdiamo – ha aggiunto il ministro rivolgendosi al presidente di Anp Antonello Giannelli – il ragazzo va aiutato a responsabilizzarsi e ad essere recuperato; va quindi va modificato lo Statuto degli studenti".

Nelle scorse settimane la proposta aveva sollevato polemiche, per l'utilizzo della parola "umiliazione", una gaffe per cui Valditara si è poi in parte scusato: "Noi dobbiamo ripristinare non soltanto la scuola dei diritti, ma anche la scuola dei doveri. Quel ragazzo deve fare i lavori socialmente utili, perché soltanto lavorando per la collettività, per la comunità scolastica, umiliandosi anche, evviva l’umiliazione che è un fattore fondamentale nella crescita e nella costruzione della personalità. Di fronte ai suoi compagni è lui, lì, che si prende la responsabilità dei propri atti e fa lavori per la collettività. Da lì nasce il riscatto. Da lì nasce la maturazione. Da lì nasce la responsabilizzazione", aveva detto a un evento a Milano.

Borse di studio per merito, la proposta di Valditara

"Lanceremo una grande proposta delle borse di studio per il merito", ha detto ancora Valditara a Bruno Vespa, parlando elle iniziative per premiare il merito messe in campo dal suo dicastero. "La realtà è che fino alla metà degli anni 70 la scuola italiana era un grande ascensore sociale, chi nasceva da una famiglia modesta aveva ottime opportunità di ascendere ma dal 1975 la scuola non è più stata capace di svolgere questo ruolo. Un milione e 200mila posti di lavoro non vedono persone con qualifiche adeguate. il 46% delle imprese non trova persone con qualifiche adeguate. Il merito è la capacità della scuola di promuovere le abilità di chiunque – ha detto ancora – e nella scuola pensiamo a un'educazione personalizzata, dove è centrale l'orientamento".

Il ministro leghista ha poi aggiunto che manderà "una lettera a tutte le famiglie di ragazzi di scuola media per far capire le opportunità lavorative. Vogliamo creare una sinergia in cui offriamo i dati della realtà occupazionale". 

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