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Il ministro Valditara ritratta sull’umiliazione: “Intendevo che bisogna riscoprire l’umiltà”

Il ministro dell’Istruzione e del Merito corregge le sue dichiarazioni sull’umiliazione dei giovani per formare le loro personalità: “Ho usato un termine inadeguato, ma confermo il messaggio sulla riscoperta del valore fondamentale dell’umiltà”.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Il ministro dell'Istruzione, Giuseppe Valditara, ammette l'errore: così, con un colpo di spugna, umiliazione diventa umiltà. Dopo le durissime polemiche che hanno coinvolto il titolare di viale Trastevere, infatti, arriva il passo indietro. Valditara dice di aver usato un termine inadeguato, parlando di umiliazione come "fattore fondamentale nella crescita e nella costruzione della personalità". Il ministro leghista del governo Meloni, tra l'altro, negli ultimi giorni ha anche fatto delle dichiarazioni sull'eliminazione del reddito di cittadinanza per chi non completa la scuola dell'obbligo e sul divieto di far entrare i cellulari nelle scuole.

"Nel video del convegno di Direzione Nord a Milano ho utilizzato un termine che non spiega affatto il senso del mio ragionamento – dice Valditara in una nota di rettifica diffusa in serata – Stavo intervenendo su un episodio oggettivamente intollerabile, quello di uno studente che ha preso a pugni una professoressa. Ho affermato che sospendere per un anno quel ragazzo non ha molto senso, molto meglio responsabilizzarlo facendogli fare lavori socialmente utili alla comunità scolastica".

"In questi casi, ero e rimango pienamente convinto che realizzare il proprio errore, imparare l’umiltà di chiedere scusa, affrontare il senso del limite e della responsabilità delle proprie azioni, sia un passaggio denso di significato formativo e culturale – continua il ministro dell'Istruzione e del Merito – Ammettere i propri errori significa realizzare che la realtà è più grande del proprio Io. È un tema di cui talmente avverto l’urgenza, da persona prima che da ministro, che al momento mi ha fatto utilizzare un termine sicuramente inadeguato, cosa di cui mi dispiaccio io per primo". E conclude correggendo il concetto: "Riconfermo invece totalmente il senso del messaggio – dice – alla società dell’arroganza occorre rispondere con la valorizzazione della cultura del rispetto e del limite e con la riscoperta del valore fondamentale dell’umiltà".

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