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Scuola, governo convoca il Cts per discutere sulla riapertura in zona gialla e arancione di domani

Domani gli studenti delle scuole superiori che si trovano in zona gialla o arancione dovrebbero riprendere l’attività didattica in presenza, dal 50% al 75%. Ma i governatori frenano sulla riapertura delle scuole. E così il governo ha passato la palla agli esperti del Comitato tecnico scientifico, convocandoli d’urgenza questa mattina per discutere la questione.
A cura di Annalisa Girardi
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Il ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia, ha convocato urgentemente il Comitato tecnico scientifico questa mattina alle 11 per discutere della riapertura delle scuole. Secondo il Dpcm attualmente in vigore gli studenti delle scuole superiori che si trovano in zona gialla e arancione dovrebbero tornare nelle classi domani, lunedì 18 febbraio: l'attività didattica dovrebbe riprendere in presenza in una percentuale che va dal 50% al 75%, ma con i numeri dei contagi ancora alti, i governatori frenano sulla riapertura. E la palla passa ora agli esperti del Cts perché si pronuncino sulla questione.

Gli studenti delle superiori sarebbero dovuti tornare in presenza almeno al 50% già lo scorso 11 gennaio, ma una serie di ordinanze regionali hanno posticipato il rientro in classe. I governatori hanno infatti giudicato troppo rischioso un ritorno tra i banchi degli studenti, con i contagi ancora altissimi e il rischio di una terza ondata dietro l'angolo. Sono effettivamente tornati a scuola lunedì scorso solo gli studenti delle superiori di Toscana, Abruzzo e Valle d'Aosta.

Ora però la riapertura delle scuole deve fare i conti anche con un altro fattore. Da oggi, infatti, la Lombardia, la Sicilia e la provincia autonoma di Bolzano sono passate in zona rossa: per gli studenti delle superiori di queste Regioni / provincia autonoma si continuerà quindi interamente con la didattica a distanza fintanto che la mappa dell'Italia resterà colorata in questo modo. Per il resto, avevano deciso, tramite ordinanza regionale, di riaprire le scuole il 18 gennaio Lazio, Molise, Piemonte ed Emilia-Romagna. Il 25 gennaio dovrebbe toccare invece agli istituti scolasti della Liguria e dell'Umbria.

Ma alcune Regioni si preparano già a far slittare la ripartenza ulteriormente. Il governatore ligure, Giovanni Toti, ha già annunciato di essersi consultato con la task force sanitaria regionale e di aver deciso di proseguire con le lezioni online per almeno un'altra settimana, per non fare impennare nuovamente la curva. C'è poi la Regione Campania che, allo stesso modo, aveva previsto di riaprire le scuole il 25 gennaio, ma starebbe ora valutando se la situazione epidemiologica sia tale da permetterlo. In Calabria, Veneto, Sardegna, Friuli Venezia Giulia, Marche e Basilicata si andrebbe direttamente a febbraio, posticipando in questo modo al mese prossimo anche tutte le valutazioni sui rischi.

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