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Salvini non si pente della citofonata di Bologna: “Hanno arrestato degli spacciatori”

Il segretario della Lega difende a spada tratta l’ex collaboratore Morisi, finito al centro della polemica per l’indagine sulla cessione di droga, e dice di non essersi assolutamente pentito della famosa citofonata di Bologna: “No, perché hanno arrestato degli spacciatori – ha risposto Salvini ai cronisti a Milano – Lì c’erano degli spacciatori che sono stati arrestati”.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Nei giorni del caso Morisi, che vede coinvolto l'ex capo della Bestia social della Lega, Matteo Salvini ha scelto la linea della difesa oltranza del suo ex collaboratore e amico. Dopo aver garantito la sua solidarietà all'ex guida dei suoi social, il segretario leghista ha scelto prima di evitare l'argomento, parlando di fatti personali, poi di prendere senza se e senza ma le parti di Morisi. Oggi, durante un evento elettorale a Milano, Salvini ha risposto alle domande dei cronisti che gli chiedevano se si fosse pentito di quella famosa citofonata di Bologna, in cui chiedeva in diretta Facebook se fosse la casa di uno spacciatore: "No, perché hanno arrestato degli spacciatori – ha ribattuto Salvini – Lì c'erano degli spacciatori che sono stati arrestati. Non andiamo a caso, diciamo che sono stato ministro dell'Interno e qualche contatto con le forze dell'ordine ce l'ho".

Salvini fa riferimento all'arresto avvenuto un anno dopo la sua famosa citofonata di Bologna, ma che non ha riguardato il ragazzo – tra l'altro minorenne – che era stato accusato, bensì i genitori. Ma non c'è solo il caso Morisi a infiammare il dibattito intorno alla Lega: le dichiarazioni del ministro Giorgetti di ieri hanno fatto discutere all'esterno e all'interno del partito. "Giorgetti si è smentito, ha detto che voterebbe Bernardo", ha replicato Salvini, dopo che il ministro aveva pronosticato la rielezione di Beppe Sala a Milano, candidato del centrosinistra. "Ha detto che è stato frainteso – ha insistito il leader della Lega – Ha detto che sta facendo campagna per il centrodestra e il nostro obiettivo è vincere, a Milano con Bernardo e a Roma con Michetti".

Ai cronisti che gli chiedevano, proprio alla luce delle polemiche sulla Lega, che voto darebbe al suo partito, Salvini ha risposto: "Io il voto lo lascio dare agli italiani, chi si loda si imbroda. Sto facendo decine di incontri al giorno in piazze piene, incontrando migliaia di persone", mentre "di Sala e di Letta non si ha traccia". Il leader della Lega è stato chiaro: "Aspettiamo con serenità il voto del 3 e 4 ottobre, io ho le spalle larghe e non sono un complottista, ma il fatto che a reti unificate e a partiti unificati l'unico avversario siano Salvini e la Lega mi dice che siamo sulla strada giusta". Tutto questo "non solo non mi fa paura, ma mi dà una forza, un'energia, una carica per cui li ringrazio".

Più tardi a ribadito il concetto a Oggi è un altro giorno su Rai 1: "Per me chi vende droga, vende morte" e "su questo spero che nessuno abbia dubbi", però "chi consuma droga sbaglia e va aiutato e curato". Ma "tirare in ballo il discorso politico, che non c'entra nulla con il partito, perché lui risponderà a se stesso e alla sua coscienza, è un attacco gratuito alla Lega a 5 giorni dal voto".

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