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Elezioni politiche 2018

Salvini: “Mai un’alleanza con Gentiloni, Renzi o Alfano. Dopo il voto chiamerei Grillo”

In un’intervista a Repubblica Matteo Salvini, in Sicilia per sostenere la candidatura di Nello Musumeci, spiega che all’indomani del voto alle elezioni politiche, in caso di vittoria, tenderebbe una mano al M5S per una possibile alleanza. “Mai con Gentiloni, Alfano e Renzi” ha però precisato il segretario della Lega. Ieri Salvini e Beppe Grillo sono intervenuti entrambi a Palermo. Il garante del M5S lo chiama però “poveraccio”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Matteo Salvini sulle alleanze per le prossime elezioni politiche ha le idee chiare: alla Lega non interessa un'eventuale alleanza con Gentiloni, Alfano e Renzi. Su questo Salvini si mostra irremovibile: "L'obiettivo è il governo di centrodestra. Ma se all'indomani del voto non dovessimo avere la maggioranza, io non chiamerei mai Gentiloni, Renzi e Alfano. Dei governissimi gli italiani sono stanchi, hanno prodotto disastri. Piuttosto alzerei il telefono e chiamerei Beppe Grillo". Tende la mano al M5S Salvini, che vede nei punti del programma dei 5Stelle sempre più un avvicinamento ai cavalli di battaglia leghisti. A partire soprattutto dallo ius soli, che Salvini definisce "pura follia", che non incontra le esigenze degli italiani. E avverte che se il testo approderà in Aula faranno di tutto per bloccarlo, con mezzi pacifici: "Quella roba non deve uscire dal Parlamento. Se vanno avanti, piantiamo tende e sacchi a pelo dentro e fuori il Senato. Li avverto: passeranno il Capodanno in aula. Li convinceremo a cambiare idea con ogni mezzo. Legale, non violento, come sempre". 

Anche Luigi Di Maio a Palermo ha detto ieri che se lo ius soli dovesse essere portato in Parlamento i 5 Stelle si asterranno dal voto: "Deve essere affrontato a livello europeo, quindi se arriva in aula ci asterremo". Anche se poi Grillo durante la passeggiata per il centro del capoluogo siciliano ha aggiustato il tiro ieri pomeriggio, dicendo che "Lo ius soli è una parola che svia – ha detto – noi siamo aperti con alcune garanzie che ci vogliono".

Il segretario della Lega Nord ha spiegato in un'intervista a Repubblica il perché, in caso di necessità per raggiungere la maggioranza il giorno dopo il voto, di una richiesta di alleanza con il M5S: "Se fossi costretto a chiamare qualcuno, chiamerei lui". Si riferisce a Beppe Grillo, che ieri in un comizio a Palermo ha però parlato proprio del leader della Lega Nord, chiamandolo "poveraccio". La partita per le elezioni siciliane si gioca tra il centrodestra, con il candidato Nuello Musumeci, il favorito, e il M5S, secondo nei sondaggi con Giancarlo Cancelleri. Sui temi della campagna elettorale i due schieramenti sono però molto vicini: ieri sia Grillo sia Salvini hanno parlato di decentramento, richiamando le esperienze dei referendum in Lombardia e Veneto e della Catalogna come possibili strade da percorrere anche in Sicilia. "Grillo mi accusa di essere venuto qui a prendere voti, sai che scoperta, è proprio quello che sono venuto a fare. Come lui, del resto" – spiega Salvini – "Ma la differenza è che noi siamo la novità. Quelli che propongono gente nuova, trasparente e soprattutto capace. Loro invitano gli italiani e i siciliani a sperimentare, ma con loro si andrebbe a sbattere, i romani ne sanno qualcosa. Tra dimissionati, indagati, giubilati hanno dimostrato di non valere nulla. Noi abbiamo dimostrato in vent’anni come sappiamo amministrare".

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