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Salvini dice che l’Italia non raggiungerà alcuni obiettivi del Pnrr entro il 2026

Il ministro delle Infrastrutture ha detto che alcuni obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza non sono raggiungibili entro il 2026, neanche se “arrivasse oggi Gesù bambino”. Per l’Italia, però, è un problema: così i fondi europei sono a rischio.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Alcuni obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza non saranno raggiunti, e per l'Italia è un problema. A dirlo, tra l'altro, è un esponente di primo piano del governo Meloni, che avrà il compito – nei prossimi anni – di portare a termine il percorso concordato con l'Unione europea per continuare a ricevere i fondi del Next generation Eu. Il ministro delle Infrastrutture e vicepresidente del Consiglio, Matteo Salvini, è intervenuto a un convegno sulle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026: "Sul Pnrr in generale alcuni dei temi non saranno palesemente raggiungibili entro il 2026 – ha chiosato il leader della Lega – nemmeno se arrivasse oggi Gesù bambino riusciremmo a fare in tre anni quello che non è stato fatto in sei".

La linea di Salvini, insomma, è già abbastanza chiara ed è stata utilizzata spesso in passato: è colpa dei governi precedenti. C'erano sei anni di tempo per completare una serie di passaggi, ora che ne mancano tre diventa impossibile perché non si è cominciato prima. Anche se, tra l'altro, in due degli ultimi tre la Lega è stata comunque al governo sotto la guida di Mario Draghi. Il completamento degli obiettivi che l'Italia ha concordato con la Commissione europea è fondamentale per evitare che l'erogazione dei fondi Ue si interrompa, ma la dichiarazione di Salvini può andare anche in un'altra direzione: quella di riaprire un tavolo di discussione con l'Europa sul Pnrr, come il governo ha già provato a fare qualche settimana fa ricevendo una risposta sostanzialmente negativa.

Salvini, durante l'incontro, ha parlato anche di altri dossier importanti: "È fondamentale riprendere in mano la questione dell'Ex Ilva", perché "la seconda potenza industriale d'Europa non può non produrre acciaio". Su San Siro si è scagliato contro Sgarbi, che pure fa parte del suo stesso governo: "Non ha nessun titolo e mezza delega per dire sì o no a un'opera – ha attaccato il ministro delle Infrastrutture – Lo stadio così com'è è un onere insostenibile per Comune e cittadini. Incontrerò con il ministro della Cultura tutte le sovrintendenze d'Italia, che dovrebbero lasciar lavorare la gente".

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