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Riaprono i confini regionali, ma i governatori del Sud continuano a chiedere cautela

I confini regionali sono ufficialmente riaperti, ma non tutti i governatori regionali sembrano mostrare la stessa soddisfazione a riguardo. Mentre i presidenti delle Regioni del Nord accolgono positivamente la fine del divieto agli spostamenti interregionali, quelli del Sud continuano sulla via della cautela. E c’è chi, come il governatore toscano Enrico Rossi, si chiede se i territori più colpiti non avrebbero dovuto attendere qualche giorni in più per la riapertura.
A cura di Annalisa Girardi
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Ripartono gli spostamenti tra Regioni. Da oggi, mercoledì 3 giugno, è possibile circolare su tutto il territorio nazionale senza dover giustificare il proprio movimento tramite autocertificazione. I governatori del Nord, come Attilio Fontana, Luca Zaia e Alberto Cirio, spingevano da giorni per un ritorno alla normalità, preoccupandosi che non vi fossero differenze tra i territori e richiedendo un Dpcm per interrompere il blocco a livello nazionale. Ma non tutti i presidenti delle Regioni la vedono allo stesso modo, specialmente quelli del Sud.

"Dopo mesi difficili tra poche ore riacquisteremo la libertà di poterci muovere sull'intero territorio nazionale, archivieremo le autocertificazioni, riprenderemo poco alla volta a vivere con più serenità, questo tuttavia non vuol dire dimenticare le condotte responsabili che abbiamo posto in essere contro il Covid-19", ha scritto ieri sera sulla sua pagina Facebook Attilio Fontana. Ma la serenità per il ritorno alla normalità non sembra essere condivisa allo stesso modo da tutte le autorità locali.

"La diffusione del virus in Toscana, come in altre regioni, è stata il prodotto della fuga dalla Lombardia poco prima del lockdown, e questo avrebbe dovuto consigliare un po' di prudenza e la pazienza di aspettare una settimana in più prima di aprire tutto. Non so a chi avrebbero potuto far male", ha detto il governatore toscano, Enrico Rossi, ribadendo ciò che aveva già scritto su Facebook alcuni giorni fa, quando aveva affermato che si sarebbe adeguato alle decisioni del governo, pur mostrandosi scettico sulla riapertura della Lombardia. "Mi chiedo per quale ragione la Lombardia, che ha un livello di positivi molto più alto di altre regioni, debba essere trattata come le altre, con il rischio di mettere nuovamente in giro i contagi", aveva scritto. E ancora: "Io non sono uno sceriffo, né voglio raccontare sciocchezze su patenti sanitarie impossibili, ma vedere Fontana e anche Sala così spinti verso le riaperture, dopo il disastro che proprio in Lombardia ha avuto il suo epicentro, mi lascia sbalordito e contrariato. Chissà se si sarebbe fatto lo stesso se al posto della Lombardia ci fossero state altre regioni, magari del Sud".

Critiche anche da parte del governatore campano, Vincenzo De Luca, che ha affermato: "Si ha la sensazione che per l'ennesima volta si prendano decisioni non sulla base di criteri semplici e oggettivi, ma di spinte e pressioni di varia natura. Si poteva decidere semplicemente che i territori nei quali nell'ultimo mese c'era stato un livello di contagi giornalieri superiore a un numero prefissato, fossero sottoposti a limitazioni nella mobilità per un altro breve periodo". Christian Solinas, il governatore della Sardegna finito al centro delle polemiche per aver proposto l'introduzione di un passaporto sanitario per i cittadini lombardi in arrivo nell'isola, dichiarato poi incostituzionale dal ministro per gli Affari Regionali, Francesco Boccia, insiste: "Tratteremo fino all'ultimo per un accordo con il governo, ma se non riusciremo a trovarlo, allora appronteremo un sistema più articolato che prevede la registrazione dei passeggeri all'ingresso su una piattaforma e la compilazione di un questionario epidemiologico che serve a noi per avere contezza su dove concentrare i maggiori controlli", ha ribadito, ipotizzando anche un bonus per coloro che decideranno di sottoporsi a test.

Ieri, a tarda notte, Solinas ha anche firmato un'ordinanza in cui si prevede la registrazione obbligatoria per chi arriva in Sardegna e un questionario in cui devono essere tracciati gli eventuali spostamenti interni. Dovrà essere compilato online prima dell'arrivo nell'isola: una copia della ricevuta di registrazione si dovrà allegare a carta d'imbarco e documento di identità. In alternativa si potrà usare l'app Sardegna Sicura per il tracciamento dei contatti. Questa è però su base volontaria. Il ministro Boccia, da parte sua, ha commentato così la riapertura dei confini regionali: "Si riparte, torneremo a spostarci liberamente tra le Regioni, sembra una conquista, ma ce l'abbiamo fatta con il sacrificio di tutti e ora si torna a questa nuova normalità, conquistata e che dobbiamo difendere. Il virus convive con noi, ma noi siamo più forti".

Anche il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, ha descritto la giornata di oggi come "una data molto significativa per gli italiani, che potranno muoversi liberamente in tutto il Paese". E ancora: "Questo è anche un messaggio importante, di rassicurazione, che diamo come Italia al mondo intero. Un Paese che riparte e si appresta a tornare alla normalità. L’apertura totale del Paese ci permette di mostrare agli Stati esteri un’Italia unita e compatta, all’interno della quale è possibile muoversi liberamente", ha aggiunto comunicando che da oggi inizierà anche una serie di incontri con gli altri ministri degli Esteri dei Paesi Ue. "L’obiettivo è quello di mostrare a tutti che l’Italia è pronta ad accogliere turisti stranieri, in sicurezza e con la massima trasparenza dei dati. Accogliere turisti significa mettere in moto la nostra economia. E dare la possibilità a commercianti, imprenditori, artigiani, albergatori di lavorare", ha concluso Di Maio.

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