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Covid 19

Quando fare il tampone rapido o molecolare dopo il contatto con un convivente positivo: le regole

Il governo ha cambiato le regole per la quarantena anche per i conviventi, che sono considerati contatti stretti: le nuove norme fanno distinzione tra chi ha avuto terza dose, chi ha completato il ciclo vaccinale primario e chi non è ancora vaccinato.
A cura di Annalisa Cangemi
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L'ultimo decreto del governo ha modificato le regole per la quarantena, che riguardano coloro che entrano a contatto con un caso positivo. La quarantena scatta per i contatti stretti (definiti ‘ad alto rischio'), ma il decreto prevede regole diverse per i vaccinati e per i non vaccinati, che sono state chiarite nella circolare del ministero della Salute.

Nella categoria dei contatti stretti rientrano i conviventi, chi ha avuto un contatto fisico diretto con un positivo (come una stretta di mano), chi si è trovato faccia a faccia con un positivo, per più di 15 minuti a meno di 2 metri di distanza, senza mascherina e in un ambiente chiuso, un operatore sanitario senza adeguati dispositivi di protezione che fornisce assistenza a un caso Covid, il passeggero in treno o in aereo seduto a meno di due posti di distanza, i compagni di viaggio e il personale addetto alla sezione dell’aereo o del treno in cui il soggetto positivo era seduto. Il decreto distingue tra chi è vaccinato con tre dosi, con due dosi, e chi non è vaccinato, e sono previste differenze nella quarantena tra chi è sintomatico e chi è asintomatico.

Se un soggetto ha avuto un contatto definito a ‘basso rischio' non è prevista alcuna quarantena, solo il rispetto delle comuni precauzioni igienico-sanitarie, e l'uso della mascherina.

Quanti giorni di quarantena per i vaccinati conviventi di un positivo

Se una persona che convive con un positivo non sviluppa i sintomi ed è vaccinata con due dosi da meno di 120 giorni (quindi da meno di 4 mesi), o è guarita dal Covid nei 120 giorni precedenti o ha già ricevuto la dose booster, dovrà fare 5 giorni di autosorveglianza, e indossare la mascherina FFP2 per un periodo di 10 giorni dall’ultima esposizione al caso. Nel caso in cui compaiano dei sintomi, chi rientra in queste categorie, deve subito sottoporsi a un test antigenico rapido o molecolare e, se ancora sintomatici, bisogna ripeterlo anche al quinto giorno successivo alla data dell’ultimo contatto stretto con il positivo.

Se invece il contatto stretto è vaccinato con 2 dosi da più di 120 giorni, quindi da più di 4 mesi, ed è sempre asintomatico, deve rimanere in quarantena per 5 giorni ed effettuare poi un test antigentico o molecolare, con risultato negativo.

Previsto anche un periodo di quarantena di dieci giorni di quarantena, con tampone finale, per chi non ha completato il ciclo vaccinale primario o per chi ha completato il ciclo vaccinale primario da meno di 14 giorni.

La quarantena per i non vaccinati che convivono con un positivo

Chi non ha ricevuto nemmeno una dose di vaccino deve osservare 10 giorni di quarantena, alla fine della quale farà un test molecolare o antigenico, se il referto sarà negativo potrà uscire.

Chi deve fare il tampone e dopo quanto tempo

Chi ha già ricevuto la dose booster, chi ha completato il ciclo vaccinale primario da meno di 120 giorni o è guarito dall'infezione nei 120 giorni precedenti, al termine del periodo di sorveglianza non deve fare necessariamente un tampone. Ma nel caso in cui compaiano dei sintomi, chi rientra in queste categorie, deve subito sottoporsi a un test antigenico rapido o molecolare e, se ancora sintomatico, dovrà ripeterlo anche al quinto giorno successivo alla data dell’ultimo contatto stretto con il positivo. Il tampone dovranno farlo naturalmente i non vaccinati, dopo i 10 giorni di quarantena, e i vaccinati con due dosi da più di 4 mesi, alla fine dei 5 giorni di quarantena.

Se si risulta positivi dopo aver ricevuto la terza dose, o dopo aver completato il ciclo vaccinale da meno di 120 giorni, l’isolamento viene ridotto da 10 a 7 giorni, purché i soggetti siano sempre stati asintomatici, o risultino asintomatici da almeno 3 giorni, a condizione che ci sia il referto negativo di un test. Se dopo 7 giorni si è ancora positivi bisogna rinnovare l'isolamento per un'altra settimana per poi ripetere ancora il test. Dopo 21 giorni, anche se il tampone continua a essere positivo, se non si hanno più sintomi si può terminare l'isolamento con l'autorizzazione del proprio medico di base.

Le regole anti contagio in caso di convivenza con un positivo

Cosa bisogna fare se si convive con un positivo? Se si abita con qualcuno risultato positivo al Covid bisogna che il soggetto sia isolato. Innanzi tutto è opportuno indossare sempre una mascherina FFP2 quando si circola per casa, ed evitare di condividere gli spazi con la persona contagiata. Il soggetto positivo dovrebbe avere una stanza tutta per sé e possibilmente utilizzare un bagno a parte, per non mettere a rischio gli altri inquilini. Se non si dispone di un bagno in più è necessario disinfettare gli ambienti di uso comune e i sanitari, e comunque bisogna evitare di toccare asciugamani o accappatoio della persona infetta. Se la casa non dispone di molte stanze bisogna comunque ricorrere alle misure di precauzione di uso comune, come areare spesso gli ambienti, aprendo le finestre.

La persona positiva, anche se asintomatica, non dovrebbe consumare i pasti con i suoi conviventi, ma mangiare in una stanza a parte. Se si ha una sala da pranzo molto ampia si può mangiare nella stessa stanza, ma rispettando una distanza minima di due metri dagli altri commensali. È consigliabile usare piatti monouso, per evitare di infettarsi con le stoviglie. Naturalmente non si possono ricevere altri ospiti mentre c'è un positivo in casa.

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