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Procura di Firenze chiede il processo per Tiziano Renzi e Laura Bovoli, genitori del leader di Iv

La procura di Firenze ha chiesto il rinvio a giudizio per Tiziano Renzi e Laura Bovoli, i genitori dell’ex presidente del Consiglio, accusati di bancarotta fraudolenta, Nell’ambito di questa inchiesta, condotta dal pm Luca Turco, dodici mesi fa i coniugi Renzi finirono ai arresti domiciliari. L’udienza preliminare è fissata per il 9 giugno davanti al gup Silvia Romeo.
A cura di Annalisa Cangemi
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La procura di Firenze ha chiesto il processo per Tiziano Renzi e Laura Bovoli, genitori dell'ex presidente del Consiglio e leader di Italia viva Matteo Renzi, nell'ambito dell'inchiesta per il fallimento delle tre cooperative, ‘Delivery Service Italia', ‘Europe Service' e ‘Marmodiv', a loro riconducibili. L'inchiesta conta in tutto una ventina di indagati. I reati ipotizzati a vario titolo sono bancarotta fraudolenta e emissione di fatture false. L'udienza preliminare, come ha scritto il ‘Fatto Quotidiano', è fissata per il 9 giugno. Per questa inchiesta i genitori di Renzi nel febbraio 2019 finirono agli arresti domiciliari, misura poi revocata dal Tribunale del Riesame 18 giorni dopo.

Il procuratore aggiunto Luca Turco, scrive ancora ‘Il Fatto Quotidiano', ha depositato, nei confronti dei genitori dell'ex premier e di altre 17 indagati, la richiesta di rinvio a giudizio: sarà il gup Silvia Romeo a decidere se mandare tutti a processo oppure archiviare.

L'indagine era partita dalla Delivery Service Italia, cooperativa dichiarata fallita a giugno 2015 e di cui Tiziano Renzi e Laura Bovoli, per il pm Turco, sono stati amministratori di fatto fino a giugno 2010. In questo caso secondo le accuse i due coniugi, con altri – tra cui Roberto ‘Billy' Bargilli, l'autista del camper di Matteo Renzi per le primarie per la segreteria del Pd del 2012, e in passato nel cda della cooperativa – avrebbero causato "il fallimento della società per effetto di operazione dolosa consistita nell'aver omesso sistematicamente di versare gli oneri previdenziali e le imposte, o comunque, aggravando il dissesto". Per quanto riguarda la Europe Service, fallita ad aprile 2018, invece i Renzi – considerati dalla Procura "amministratori di fatto fino a dicembre 2012" – sono accusati con altri di aver sottratto "con lo scopo di procurarsi un ingiusto profitto e di recare pregiudizio ai creditori, i libri e le altre scritture contabili".

Per quanto riguarda la Maromodiv, cooperativa fallita con sentenza del Tribunale di Firenze il 20 marzo 2019, la bancarotta fraudolenta viene contestata oltre che a Tiziano Renzi e Laura Bovoli, anche a Giuseppe Mincuzzi "presidente del cda fino al marzo 2018" e a Daniele Goglio "amministratore di fatto fino a marzo 2018" della Marmodiv. Secondo il pm Luca Turco, i quattro indagati "concorrevano a cagionare il dissesto della società esponendo, al fine di conseguire un ingiusto profitto, nel bilancio di esercizio al 31 dicembre 2017, approvato dall'assemblea dei soci il 27 giugno 2018 nell'attivo patrimoniale, crediti per ‘fatture da emettere' non rispondenti al vero per un importo superiore a 370 mila euro, così iscrivendo a conto economico maggiori ricavi ed evitando di evidenziare una perdita d'esercizio".

Così, continua il capo di imputazione, "Renzi, Bovoli e Mincuzzi – presidente del consiglio di amministrazione fino al 15 marzo 2018 – erano in grado di ‘cedere' all'amministratore di fatto Daniele Goglio la cooperativa ormai fortemente indebitata e Goglio poteva tenere la condotta distrattiva contestata". Per la Marmodiv i coniugi Renzi, con altre sei persone, sono accusati anche di aver emesso alcune fatture "per operazioni… in parte inesistenti", "al fine di consentire alla Eventi 6 l'evasione delle imposte sui redditi". La Eventi 6 (di cui erano socie la mamma e le sorelle di Renzi, estranee all'indagine della Procura fiorentina), si occupava della distribuzione di volantini e giornali.

Lo scorso 7 ottobre il Tribunale di Firenze ha condannato a un anno e nove mesi di reclusione (pena sospesa) Laura Bovoli e Tiziano Renzi, e a due anni l'imprenditore Luigi Dagostino, al termine del processo per due fatture false emesse dalla Party srl (da 20mila euro più Iva) e alla Eventi 6 srl (140mila euro più Iva), società imprenditoriali gestite dai genitori del leader di Italia Viva. Dagostino era accusato, oltre che di fatture false, anche di truffa aggravata: avrebbe pagato i coniugi di Rignano sull'Arno (Firenze) per lavori inesistenti.

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