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Prezzi benzina e diesel, il governo Draghi conferma il taglio: fino a quando costerà meno

Un decreto del ministero dell’Economia prolunga la riduzione del prezzo del carburante. Non ci sarà un abbassamento dei prezzi rispetto ai livelli attuali: lo sconto, infatti, è già in vigore da metà marzo di quest’anno. La prossima scadenza è il 18 novembre.
A cura di Luca Pons
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Il governo Draghi, in uno dei suoi ultimi atti ufficiali, ha prolungato la riduzione delle accise sul carburante. Il prezzo della benzina, quindi, sarà ancora tenuto basso dal governo nelle prossime settimane. La misura, varata per la prima volta a marzo 2022 e da allora sempre riconfermata, è attualmente già in vigore, ma sarebbe scaduta il 31 ottobre. Il ministero dell'Economia, invece, l'ha estesa fino al 18 novembre. Il nuovo governo, così, avrà il tempo di trovare i soldi necessari per – eventualmente – prolungarla ancora.

Il rinnovo dello "sconto" è stato deciso nel Consiglio dei ministri di ieri, con un decreto legge in materia di accise e IVA sui carburanti. In sostanza, si taglia l'accisa (cioè la tassa) su benzina e diesel per 25 centesimi al litro, e sommando anche l'effetto che questo ha sull'Iva, lo sconto effettivo è di circa 30 centesimi al litro per il consumatore. Per il gpl, invece, il taglio è di 8 centesimi sull'accisa e circa 10 centesimi per chi lo compra al distributore. Sul metano, infine, l'accisa viene azzerata e l'Iva è ridotta al 5%.

Questi sconti sono già attivi da marzo, come detto. Questo significa che nelle prossime settimane non ci sarà un ulteriore abbassamento dei prezzi, ma gli sconti già in atto resteranno validi. Se non fossero stati rinnovati, e fossero scaduti il 31 ottobre, dal giorno dopo i prezzi sarebbero tornati decisamente più alti.

La decisione di prolungare la riduzione delle tasse sui carburanti costa allo Stato circa 900 milioni di euro al mese, secondo le stime del governo. Il ministro dell'Economia Daniele Franco, quindi, ha stanziato questi fondi e così facendo ha evitato che la decisione ricadesse, il 31 ottobre, sul neonato governo Meloni, che sarebbe stato in carica da pochi giorni. Se il prossimo esecutivo volesse poi prolungare il taglio delle accise da metà novembre fino alla fine dell'anno, quindi, dovrebbe investire quasi un miliardo e mezzo di euro.

Il governo di Giorgia Meloni, probabilmente, si troverà a prendere questa decisione in un contesto economico non semplice: secondo l'Ufficio parlamentare di bilancio (Upb), che sorveglia i conti pubblici, la situazione rischia di peggiorare nelle prossime settimane, a causa dell'inflazione e delle conseguenze del conflitto in Ucraina. L'anno prossimo, il Fondo monetario internazionale ha previsto per l'Italia un anno di recessione, come anche altre agenzie di rating, mentre l'Upb stima una crescita del Pil, anche se ridotta (0,3%) e il governo nelle sue indicazioni ha indicato la possibilità di una crescita fino allo 0,6%, comunque in brusco rallentamento sul +3,3% del Pil nel 2022.

Ieri, i prezzi registrati in media in Italia erano di 1,704 euro al litro per la benzina in modalità self service, di 1,892 euro al litro per il diesel self. Negli ultimi giorni, il trend è stato di crescita dei prezzi: tra il 10 e il 16 ottobre la benzina è cresciuta di 3,78 centesimi al litro rispetto alla settimana prima, il gasolio ben di 9,37 centesimi al litro.

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