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Permessi di lavoro e più tutele per i migranti: l’alternativa di Possibile sull’immigrazione

Nove capitoli per affrontare la questione immigrazione, e superare la politica di gestione dei flussi della Bossi-Fini: è la proposta di legge di Possibile depositata in Parlamento. Maestri: “I decreti Orlando-Minniti aumentano i casi di limitazione della libertà personale”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Una proposta di legge per modificare la legge Bossi-Fini, cioè la legge 189 del 2002, per riorganizzare la complessa materia dell’immigrazione e regolare le norme sul diritto d’asilo. Questa è l’idea di Possibile, il movimento di Pippo Civati, che con l’onorevole Andrea Maestri ha presentato in Parlamento lo scorso 1 giugno una proposta in 9 punti, che prevede il superamento di un sistema che il movimento considera anacronistico, migliorando le condizioni degli stranieri in Italia.

Il testo è stato scritto con la collaborazione dell’ASGI (Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione), di CGIL, CISL, UIL, insieme ad esperti della Società italiana della medicina delle migrazioni, dell’Università di Pisa, e del Centro studi sull’immigrazione di Verona. Un lavoro di un anno, che ha prodotto la stesura di oltre 70 articoli.

Uno degli obiettivi principali è limitare e scoraggiare lo sfruttamento lavorativo ai danni di mezzo milione di cittadini irregolari.

La prima modifica alla legge attualmente in vigore, consiste nella concessione di un permesso di soggiorno anche a chi un lavoro ancora non ce l’ha, ma sta cercando di entrare nel mercato italiano. In questo caso viene concesso un visto di ingresso per ricerca di lavoro, che può durare fino a un anno. Potrebbero essere previsti dei limiti numerici per regolare questo tipo di ingressi, ma si accorcerebbe la distanza tra domanda e offerta di lavoro, che impedisce un reale contatto tra le due parti. Novità sostanziale rispetto alla Bossi-Fini, che consente invece l’ingresso solo a chi ha già un contratto di lavoro e può mantenersi autonomamente. Secondo la proposta di Possibile l’ingresso in Italia può avvenire anche in seguito a chiamata nominale da parte di un datore di lavoro. 

Oltre a trasferire ai Comuni la competenza sul rinnovo dei titoli di soggiorno la nuova legge ne favorirebbe la regolarizzazione ordinaria. Tradotto: chi si trova in una situazione di irregolarità, (permesso di soggiorno scaduto, o mancanza di requisiti  per possederne uno) se dimostra di avere stabili rapporti familiari o affettivi, o di essere già in possesso di un lavoro, può uscire da una condizione di involontaria clandestinità, e ottenere il suo permesso.

Sui minori Possibile insiste su una “parità di diritti a prescindere dalla nazionalità e dalla condizione giuridica dei genitori”, così recita il terzo punto della legge.

Se da una parte la legge Bossi-Fini prevede espulsioni immediate per tutti gli immigrati irregolari privi di permesso di soggiorno e di documenti di identità, nella nuova proposta la tendenza è quella di limitare le espulsioni. Un'inversione di marcia rispetto ai decreti Orlando-Minniti, che mirano invece a intensificare i rimpatri. "La legge è inutilmente restrittiva. I decreti Orlando-Minniti aumentano i casi di limitazione della libertà personale, talvolta nei confronti di persone che non hanno altra colpa ne non quella di essere sprovvisti di un regolare permesso", sostiene l'onorevole Andrea Maestri, raggiunto telefonicamente da Fanpage.it.

L'idea è quella di chiudere i centri di permanenza temporanea, disponendo l’allontanamento del migrante solo in caso di gravi violazioni. L’eliminazione dai nostri codici del reato di immigrazione clandestina è poi un tema da sempre portato avanti da Possibile, che ha accusato in più di un’occasione il Governo di continui dietrofront: “Il reato criminalizza una condizione di involontaria irregolarità amministrativa”, dice Andrea Maestri. Lo scorso gennaio il presidente della Corte di Cassazione Giovanni Canzio lo lo ha definito un reato inutile e dannoso”. 

Le altre modifiche alla legge riguardano l’istituzione di una Agenzia Nazionale Antidiscriminazione, che vigili sul rispetto del principio di non discriminazione, e il contrasto “di ogni forma di molestia basata su pregiudizi razziali e xenofobi”. Un capitolo a parte è dedicato poi alle vittime di tratta, e in particolare all’opportunità di seguire la Convenzione di Istanbul: maggiori tutele per le donne contro ogni forma di violenza.

"È necessario eliminare l'impiego di un regime processuale differenziato, che è forse il vulnus principale dei decreti Orlando-Minniti" spiega l'on. Maestri. La proposta prevede infatti che allo straniero venga garantito un equo processo, affidando la gestione dei procedimenti relativi alla condizione del migrante al giudice ordinario, e non al giudice di pace o al giudice amministrativo. Per i richiedenti asilo attualmente sono previsti solo due gradi di giudizio, il Primo grado e la Cassazione: è stato eliminato l'appello. Elemento che di fatto espone i migranti ad una maggiore precarietà e fragilità. "Chiediamo il ripristino dei gradi di giudizio ordinari previsti per tutti, senza distinzione. Unificando e semplificando così un frammentato sistema giudiziario".

L'ultimo punto affrontato nel testo di Possibile è quello relativo al voto concesso per tutti i cittadini  stranieri in Italia da almeno 5 anni per le elezioni comunali.

La proposta è stata depositata, ora si attende che venga incardinata, e ha già ottenuto un consenso trasversale, alcuni deputati di Mdp, Pd e GruppoMisto, e tutta la compagine di Sinistra italiana e Possibile.

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