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Patrimoniale da 18 mld, arriva l’emendamento alla manovra 2021. Di Maio frena e Leu apre a modifiche

Alcuni esponenti di Pd e Leu propongono un emendamento alla legge di Bilancio per tassare i patrimoni dei più ricchi, detassando i più poveri. Si tratterebbe di un’aliquota progressiva minima dello 0,2% per chi possiede un patrimonio di 500.000 euro. Ma di Maio frena: “Il M5s è sempre stato contrario e continuerà ad esserlo”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Alcuni esponenti del Pd e Leu, per far fronte alla grave crisi sanitaria causata dal Covid-19, hanno presentato una proposta legata a un principio di redistribuzione del reddito, tassando i patrimoni dei più ricchi e detassando i meno abbienti. La richiesta di introdurre una patrimoniale è contenuta in un emendamento alla manovra, appena approdata alla Camera per il passaggio parlamentare. Oltre a questa sono spuntate le ipotesi di prorogare fino a dicembre 2023 i bonus al 110% per interventi di migliorie energetiche e sismiche degli immobili e l'ecobonus per l'acquisto delle auto.

L'emendamento sulla patrimoniale, i cui primi firmatari sono Nicola Fratoianni (Leu), e Matteo Orfini (Pd), chiede l'abolizione dell'Imu e dell'imposta di bollo sui conti correnti e di deposito titoli, per sostituirle con un'aliquota progressiva minima dello 0,2% "sui grandi patrimoni la cui base imponibile è costituita da una ricchezza netta superiore a 500mila euro". La tassa, che corrisponderebbe quindi a un minimo di 1000 euro, sarebbe appunto progressiva: cresce cioè in proporzione al patrimonio, fino al 2% per chi ha oltre 50 milioni di euro. Secondo i primi calcoli permetterebbe di recuperare 18 miliardi di euro.

Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio però frena e ricorda che il M5s è sempre stato contrario a qualsiasi ipotesi di patrimoniale: "Abbiamo già visto questo film nella crisi tra il 2007 e il 2008, quando a qualcuno venne in mente di aumentare le tasse – ha detto il ministro degli Esteri da Zagabria –  per risolvere la crisi e abbiamo scoperto sulla pelle di tanti italiani e tante imprese italiane che andava fatto il contrario. Se qualcuno pensa che possiamo uscire dalla crisi economica generata dalla pandemia aumentando le tasse ci troverà dall'altra parte".  Al contrario, sottolinea "è il momento di eliminare tante microtasse e fare una riforma del fisco". Una riforma che secondo Di Maio, che "va fatta subito" e per la quale "non si può aspettare il 2022".

A spegnere gli entusiasmi ci pensa anche il Pd, che ieri ha precisato che la proposta è frutto di "un'iniziativa libera ma individuale di alcuni parlamentari, che però non impegna il gruppo".

E la strada dell'emendamento appare in salita, anche perché di sicuro non piace alle opposizioni. Salvini su Twitter lo giudica una "follia".

Leu apre a modifiche

"L'emendamento alla Legge di Bilancio per introdurre un'imposta sui grandi patrimoni non è un dogma inscalfibile – spiega Luca Pastorino – segretario alla presidenza alla Camera per Leu – Il contenuto dell'emendamento è modificabile. Dunque, se il problema è rappresentato dalla soglia minima di 500mila euro, prevista dal testo depositato alla Camera, si può dialogare e arrivare a una soluzione capace di mettere d'accordo tutti. Il tema della patrimoniale non deve essere affrontato con pregiudizi da nessuna delle parti in causa. L'apertura al confronto è in questo senso totale, ma deve essere reciproca. Ribadisco: senza dogmi da parte di nessuno. La pandemia di Covid-19 ha modificato radicalmente le nostre vite e rende doveroso un intervento fiscale con una patrimoniale. Appellarsi al programma di governo, elaborato prima dell'arrivo del Coronavirus, non serve a molto. Il mondo, non solo l'Italia, è cambiato".
"In questo senso – prosegue Pastorino in una nota- non è accettabile il veto ideologico a una tassazione sui grandi patrimoni. La progressività fiscale era e resta un obiettivo di questo governo e della maggioranza. L'incremento del prelievo su chi possiede grandi ricchezze non è uno scandalo, né può provocare reazioni di ‘lesa maestà', ancora di più nelle forze di centrosinistra. Ripeto: al di là delle polemiche strumentali, il tema essere inserito in agenda, con le rimodulazioni ritenute più opportune per evitare di danneggiare il ceto medio. Perché l'intento è quello di tutelare le fasce più colpite dalla crisi economica, non indebolirlo ulteriormente".

"Pagherà meno tasse la stragrande maggioranza dei contribuenti: piccoli risparmiatori, chi ha ereditato una casa, chi se l’è comprata con una vita di sacrifici. Pagherà un po' di più chi se lo può permettere. Pagheranno ancora di più i palazzinari, gli speculatori, i grandissimi patrimoni – spiega il deputato Erasmo Palazzotto su Facebook.

"Con un patrimonio di 500mila euro cambierà poco mentre le percentuali saliranno con il salire del patrimonio. Ancora una volta: chi ha di più, paga di più. I poveri, intanto, stanno già pagando la crisi. Come? Con ancor più povertà. Servono risorse per salvare sanità, scuola e servizi pubblici e non è pensabile scaricare ancora debito sui nostri figli che stanno crescendo in una società con sempre meno tutele e con troppi debiti. Stavolta devono essere anche i più abbienti a fare la loro parte e non può essere un tabù parlare di patrimoniale. La nostra proposta è sostenibile e proporzionale rispetto alle ricchezze.È una proposta di sinistra, con buona pace di chi sostiene che destra e sinistra non esistano più".

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