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Nel 2019 Pil sotto zero al Sud: la vera emergenza sono però gli emigranti e il rischio spopolamento

“Sono più i meridionali che emigrano dal Sud per andare a lavorare o a studiare al Centro-Nord e all’estero che gli stranieri immigrati regolari che scelgono di vivere nelle regioni meridionali. L’emergenza emigrazione del Sud determina una perdita di popolazione, soprattutto giovanile, e qualificata”: lo afferma il rapporto Svimez che avverte contro lo spopolamento del Meridione. Una regione sempre più distante dal Nord del Paese, in termini di crescita economica e occupazione. Per il 2019, infatti, il Pil andrà sotto zero.
A cura di Annalisa Girardi
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Una strada di Riace, ripopolato grazie all'immigrazione.
Una strada di Riace, ripopolato grazie all'immigrazione.

Il divario fra Nord e Sud è sempre più grande. Il rapporto Svimez, l'Associazione per lo sviluppo nell'industria nel Mezzogiorno, prevede un 2019 nero per le regioni dell'Italia meridionale: mentre il Settentrione si riprende e, seppur debolmente, cresce economicamente, nel Meridione il Pil va sotto zero. Secondo le anticipazioni del rapporto, che parlano di "recessione per il Mezzogiorno", il prossimo anno il Centro-Nord dovrebbe crescere dello 0,3%, mentre per il Sud le stime sono all'opposto al -0,3%. Il documento, intitolato "L'economia e la società del Mezzogiorno", sancisce il cosiddetto doppio divario: da un lato, dell'Italia rispetto al resto dell'Unione europea, mentre dall'altro del Sud rispetto al Nord. Il quadro evidenzia una ripresa debole del Paese se confrontata con quella degli altri Stati Ue, un dato non solo preoccupante dal punto di vista della comunità europea, ma anche da quello interno, per cui si allarga sempre di più il gap fra i due estremi del Paese. "Se l'Italia rallenta, il Sud subisce una brusca frenata", spiega il rapporto.

Crescita e occupazione: aumenta divario Nord-Sud

"Nella seconda metà del 2018 l'andamento congiunturale è peggiorato nettamente. La modesta crescita osservata nei primi sei mesi, che proseguiva il trend espansivo avviatosi ad inizio 2014, ha lasciato il posto ad un sempre più marcato rallentamento dell'attività produttiva. Nel quadro di un progressivo rallentamento dell'economia italiana, si è riaperta la frattura territoriale che arriverà nel prossimo a segnare un andamento opposto tra le aree, facendo ripiombare il Sud nella recessione da cui troppo lentamente era uscito"Le stime per il 2020 sono leggermente migliori. Secondo la Svimez infatti, il Pil nel Meridione "riprenderà a salire segnando però soltanto un +0,4%". Segnali più positivi anche per l'occupazione, che "tornerà anch'essa a crescere, se pur di poco, con un +0,3%". In ogni caso, sottolinea il report, anche il gap occupazionale fra Nord e Sud è sempre più ampio: "Il gap occupazionale del Sud rispetto al Centro-Nord nel 2018 è stato pari a 2 milioni 918mila persone, al netto delle forze armate", una situazione in peggioramento dalla seconda metà dell'anno. Infatti, nel secondo semestre del 2018 e nel primo trimestre del 2019 c'è stata una "divaricazione negli andamenti tra Mezzogiorno e Centro-Nord" per cui gli occupati al Sud "sono calati di 107mila unità (-1,7%)", mentre nel Centro-Nord "crescevano di 48mila unità (+0,3%)".

La vera emergenza: nel Sud più emigrati che immigrati

Analizzando il quadro occupazionale, affiora anche quella che è la vera emergenza del Mezzogiorno: "Gli emigrati sono la vera emergenza, più degli immigrati", si legge nel rapporto. "La vera emergenza per il Sud sono gli emigranti che sono superiori agli immigrati che scelgono di vivere nel Mezzogiorno d'Italia. Le persone che sono emigrate dal Mezzogiorno sono state oltre 2 milioni nel periodo compreso tra il 2002 e il 2017, di cui 132.187 nel solo 2017. Di queste ultime 66.557 sono giovani (50,4%, di cui il 33,0% laureati, pari a 21.970). Il saldo migratorio interno, al netto dei rientri, è negativo per 852 mila unità. Nel solo 2017 sono andati via 132 mila meridionali, con un saldo negativo di circa 70 mila unità". L'emigrazione è dunque il vero problema del Mezzogiorno, che rischia lo spopolamento. Per quanto sia un fenomeno che interessa tutto il Paese, le sue conseguenze sono più serie nel Meridione, dove la perdita di popolazione è un fenomeno preoccupante.

"Sono più i meridionali che emigrano dal Sud per andare a lavorare o a studiare al Centro-Nord e all'estero che gli stranieri immigrati regolari che scelgono di vivere nelle regioni meridionali. L'emergenza emigrazione del Sud determina una perdita di popolazione, soprattutto giovanile, e qualificata, solo parzialmente compensata da flussi di immigrati, modesti nel numero e caratterizzati da basse competenze. Tale dinamica determina soprattutto per il Mezzogiorno una prospettiva demografica assai preoccupante di spopolamento, che riguarda in particolare i piccoli centri sotto i 5 mila abitanti".

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